Insomma, Ferretti non vuole essere messo sotto una teca, non gl’importa se questo gli costerà le lodi, a lui interessa “continuare”, a sorprendersi ed a sorprenderci. A partire dallo stupefacente percorso di recupero della sua storia ancestrale, fatto in questi anni: “Sono italico ancor prima che italiano, il mondo non è nato il 25 aprile del 1945 e rispetto all’Unità d’Italia, quando si è verificata, eravamo già svezzati”. La memoria storica di cui parla Giovanni è personale e profonda come un solco primigenio. Un’impronta indelebile che dà all’uomo una collocazione precisa e non casuale, che non va sottovalutata ma rivalutata in tutta la sua complessità ed il suo mistero: “Sono una creatura con una storia, che non bisogna mai rinnegare per accedere alla modernità, perché le radici sono fondamentali.”
Rimasto deluso dalla rivolta, riconsidera quanto fatto e lo fa in forma pubblica, in mezzo ai ragazzi ai quali augura: “Crescete sani, forti e liberi”.
Ecco l’intervista:
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