Nazionale. E l’Italbasket – in terra istriana – stupisce tutti: quattro vittorie su quattro

italbasketA Capodistria, in questi giorni, sta andando di scena un piccolo miracolo italiano. È l’Italbasket che sta stupendo tutti in questo Europeo in Slovenia e che sta rilanciando un intero movimento da anni in crisi. Quattro vittorie su quattro partite infatti, e secondo turno assicurato. E dire che senza la gran parte di giocatori ingaggiati nell’Nba – tra infortuni e defezioni, da Bargnani a Mancinelli – sembrava una spedizione partita col piede storto quella guidata da Pianigiani.

Nazionale sbeffeggiata, sottovalutata, quella che è entrata in campo nella prima partita del girone contro la Russia.  E invece, partita dopo partita, ecco arrivare l’Italia che non ti aspetti: vittorie, difesa, singoli, tenuta. Cadono, insomma, anche Turchia, Finlandia e Grecia. Dal campo sono arrivate le conferme (Gallinari e Datome su tutti), ma soprattutto sono emersi i giocatori fino a questo momento tenuti in secondo piano dietro le “stelle” Nba. Tra i più giovani, è Gentile ad impressionare per potenza e “maturità”. Ma tutti, nella difficoltà, hanno saputo tirare il meglio: Cusin Melli, Aradori. Senza dimenticare il “piccolo” Cianciarini, che si sta dimostrando potenziale playmaker titolare. Grande merito va dato ovviamente al coach, che ha ricreato uno spirito di squadra vincente: valore aggiunto che non si vedeva da quasi dieci anni.

Ancora una volta, insomma, è lo sport a dare una “lezione” a chi liquida con troppa facilità le potenzialità di “ripresa” dell’Italia e degli italiani. Tutto ciò, poi, assume un ulteriore significato per il luogo in cui si sono svolte le partite della nazionale: Capodistrira. Terra contesa e d’irredentismo, terra che è stata teatro della tragedia dell’esodo di migliaia di italiani nel dopoguerra. Ecco, per la comunità italiana – coinvolta in una lunga, delicata e sofferta riappropriazione dell’identità nostrana sul territorio – questi sono giorni di festa. Come si è potuto notare dalla diretta televisiva sventolano centinaia i tricolori dentro il palazzetto, e il tifo è così sentito e viscerale che non sembra di giocare in Slovenia. Sì, per gli italiani del luogo lo sport rappresenta un’occasione di riscatto. E l’incitamento è stato così forte da sostenere alla grande gli azzurri in questa impresa, contro tutti i pronostici. L’Italia a Capodistria, insomma, gioca “in casa”. Nonostante le storture della storia. Quella con la “s” minuscola.

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