Manzoni oggi e i pensieri contro-rivoluzionari a scuola

Il gran lombardo nel suo saggio sulla rivoluzione francese. Idee conservatrici, diffidenti, trascurate

Alessandro Manzoni

Alessandro Manzoni mi

E poi c’è il Manzoni contro-rivoluzionario. Il gran milanese scoppiettava contro la masnada giacobina. Dice il docente. E lo studente dall’ultimo banco risponde, “Prof, l’Alessandrone è una tromba moralistica!” Nei suoi occhi è rimasto il riflesso del Tik Tok. Comunque, piano piano, va avanti la lezione. In classe i respiri cadono sulle pagine manzoniane. Ecco, “La politica si fa con gli onesti!” scriveva il gran lombardo. Poi ogni Bastiglia (vicina o lontana) va chiusa, non demolita. Così pensava il romanziere nazionale. Il quale, rigo dopo rigo, voleva dirci che malizia vegeta con chi professa la ragione per tutti.

Pensieri manzoniani questi: svolazzano ora sulle teste di venti alunni. Furono scritti nel 1873. Sono trascorsi 150 anni dal saggio controrivoluzionario, La rivoluzione francese del 1789 e la rivoluzione italiana del 1859. Un lavoro storiografico trascurato, curioso, incompiuto. Intanto trascorsero i secoli. Nacquero mondi che finirono mestamente. E l’Alessandro tricolore si studiava tanto ieri, si studia meno oggi. In aula ai principini con iPhone, bisogna spiegare come difendere la libera coscienza. E per il Manzoni la libertà individuale è tutto. E tra i banchi proviamo a spiegare l’indipendenza dell’io cristiano; ma un ragazzo già sbadiglia.

Dopo si drizza la voce, “La libertà individuale, promessa, dalla rivoluzione non esisteva in fatto sotto nessun di quei governi.”  È questo il Manzoni, il negatore di Robespierre. È questa la mente contro-rivoluzionaria e borghese. Quel gran signore ottocentesco non offriva visioni in nome del costume dei tempi. Ah il costume dei tempi! Dietro tale sintagma nominale crescono i difetti occidentali. Però cresce il ripensarci manzoniani, ovverosia diffidenti e conservatori. Mai siamo stati illusi dal cambiamento che si faccia a colpi di decreti. Con il Manzoni meditiamo, da romantici ostinati, che il mutamento nasce nei cuori. Ero un ragazzo di quindici anni: mi regalarono I promessi sposi. Pensate se accadesse, nei nostri giorni, un tale regalo per un compleanno. Di sicuro ci sarebbe una rivolta in casa (!)

Comunque. Il milanese, contro- rivoluzionario e legalitario, trova un’attenzione nelle aule, nei libri di scuola? Però, qui e ora, gli studenti quasi quasi ascoltano. “Le mode mica fan la libertà.” E qui non si cita certo de Maistre, bensì Manzoni. Tuttavia, se in piazza una folla cieca e manzoniana urlava, nel nostro tempo la folla impreca ancora, ma sui social. Per un’analisi della psicologia della folla, dunque, qualche vitamina manzoniana farebbe bene agli studenti. E ci farebbe bene considerare che il Manzoni, il fustigatore dei perenni giacobini, possa palare ai ragazzi. Si sa, il creatore di don Rodrigo scrisse, “Il mio libro è destinato più ai giovani che alla discussioni dei dotti.”

Renato de Robertis

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