La fondazione ResPublica, sede a Milano, principale laboratorio tremontiano, raccoglie una buona parte della classe dirigente ex Psi. I continui riferimenti al Pse e ad Hollande, poi, non lasciano molti dubbi sullo stile politico di riferimento. Tremonti sembrerebbe voler scendere in campo con l’intento di svettare sui cadaveri politici di destra e sinistra, entrambe incapaci (per colpa e convenienza) di rintuzzare l’ex ministro sul delicato tema del debito sovrano, della finanza senza regole, della turbo-globalizzazione illuminata nata con il Wto. Su questo terreno, almeno da un punto di vista editoriale e comunicativo, Tremonti gioca una carta di coerenza praticamente inattaccabile. Tuttavia resta da capire in che termini l’ex pdl riuscirà a smarcare la sua immagine dall’inefficienza del governo Berlusconi, dalla sua clamorosa inconsistenza politica sui temi citati, ma soprattutto, resta da capire quanto peserà il passato liberista e l’anglofona frequentazione dell’Aspen Institute, ora che il messaggio suona esclusivamente sociale e nazionale. Manca ancora un tassello fra coerenza editoriale e politica affinché quella di Tremonti appaia come l’unica proposta decente fin qui pervenuta dopo il commissariamento targato Goldman Sachs.