Segnalibro. Max e Flora, una storia morbosa e decadente degli inizi del Novecento

Adelphi pubblica un'opera inedita di Isaac Bashevis Singer curata da Elisabetta Zevi a metà fra sesso, amore e gangster

Max e Flora

Max e Flora di Isaac Bashevis Singer

E’ l’inizio del Novecento e Max e Flora sono tornati a Varsavia, nel ghetto ebraico, fra odore di mostarda, birra, sporcizia, e ritrovano i loro vecchi amici. Provengono da Buenos Aires, dove vivono e dove hanno aperto una piccola fabbrica di borsette da donna che altro non è che una copertura per un grande bordello, il loro principale affare. Sono tornati a Varsavia per reclutare “carne fresca” da portare in Argentina, ragazze di particolare bellezza alle quali offrire un buon posto di lavoro in fabbrica tacendo loro il vero lavoro cui saranno costrette a fare una volta arrivate nella capitale sudamericana. Insomma, si tratta di una “gangster story” con implicazioni molto sottili e di carattere psicologico: la curatrice Elisabetta Zevi sottolinea che non è chiaro se si tratta di una storia di gangster e basta o se si tratta piuttosto di “descrivere il mondo ebraico dell’Europa orientale senza idealizzarlo, raccontando della vita negli shteti e nelle città in tutte le sfaccettature”. Questo libro, Max e Flora, finora inedito in Italia, è opera di Isaac bashevis Singer, uno dei maggiori scrittori di letteratura yiddish.

Flora era un’ex attrice e avrebbe fatto una gran carriera se Max non le avesse impedito di continuare a causa della sua forte gelosia. La minacciò, le disse che doveva avere un solo Dio e un solo Max, ma il loro rapporto era più una “interdipendenza psicologica” piuttosto che una storia di amore. Insomma si colora di qualcosa di morboso, questo rapporto insano sempre teso, sempre spinto oltre il necessario, da quando Flora era sull’orlo di una crisi di nervi per una delusione d’amore e Max la fece uscire da quel baratro che le sembrava senza fine. Flora è, per Max, una donna da tenere sempre accanto a sé, da controllare sempre, da non lasciare libera di agire e di muoversi.

Un giorno, Meir Panna acida, un malavitoso amico dei due fa conoscere a Max Rashka, una ragazza di grande bellezza e fascino. Max capisce subito che si innamorerà di questa bella giovane donna e sarà ricambiato. E la storia ha inizio, Flora lo scopre e gli chiede di lasciare Rashka. Lui rifiuta e convince Flora a riprendere i rapporti con l’uomo con il quale aveva avuto in passato una storia d’amore e che l’aveva abbandonata. Ma Max si pente della situazione che si è creata, gli anni passano, lui teme di finire nella rete della polizia, vuole tornare con Flora che resta un punto fisso nella sua vita. Un romanzo che parte come un’interessante “gangster story” e in realtà si perde in una storia decadente, con punte di morbosità che non sempre soddisfano la coerenza del racconto.

Isaac Bashevis Singer, Max e Flora, Adelphi ed., pagg. 226, euro 19 (trad. di Elisabetta Zevi)

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Manlio Triggiani

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