Aspide. Il romanzo erotico di Alessandro Barbero sulle performance del Vate

La storia assai scorrevole, ruota attorno alla figura di Gabriele d’Annunzio durante il breve periodo della Reggenza del Carnaro, ricostruita per bocca del suo amico e segretario particolare, anche lui poeta e scrittore nonché editore (fallito, anche per colpa dello stesso Vate, e per questo particolarmente simpatico) per qualche mese, Tommaso Antongini

Poeta al comando di Allessandro Barbero per Sellerio

Vent’anni fa – nel 2002-2003, per la precisione – lo “storico pop” Alessandro Barbero si cimentava nella scrittura di “Poeta al comando” (Sellerio, Palermo, 14 euro, ristampato l’anno scorso), primo tra i suoi cinque romanzi storici. E, inaspettatamente, ben lungi dal risultare una sorta di Valerio Massimo Manfredi in salsa verde piemontese, nonostante la tematica per certi versi scottante e per altri decisamente trita, centrava il bersaglio che molti, negli anni, hanno clamorosamente mancato. 

Il romanzo, assai scorrevole, ruota attorno alla figura di Gabriele d’Annunzio durante il breve periodo della Reggenza del Carnaro, ricostruita per bocca del suo amico e segretario particolare, anche lui poeta e scrittore nonché editore (fallito, anche per colpa dello stesso Vate, e per questo particolarmente simpatico) per qualche mese, Tommaso Antongini. “Tom”, come lo chiamava familiarmente d’Annunzio, senza mai cadere nel pasticcio e neppure nel pastiche letterario (al massimo in un bicchiere di pastis), dà conto ai lettori di avvenimenti storici epocali come l’ultimatum del generale Caviglia e il Natale di Sangue, i rapporti con l’Unione Sovietica di Lenin e la redazione della Carta del Carnaro, ma anche di bagattelle e “kellerate” come il furto e la complicata restituzione dei 46 cavalli del Regio Esercito Italiano, e, soprattutto, di grandi bevute e mangiate all’osteria dell’Ornitorinco, di avventure e guasconerie d’Arditi e di donne, donne, donne – reali o immaginate, poco importa.

Se da un canto la quotidianità del Vate nella Città di Vita somiglia un po’ a quella di un divo di Hollywood ante litteram, destinatario di centinaia di lettere d’amore e di decine di solleciti dei suoi creditori nonché amante dello shopping compulsivo di cravatte e profumi, dedito al consumo di cocaina e alla frequentazione di ragazze… di vita (non a caso, sempre di Amore e di Vita si tratta…), l’artificio della voce narrante amica ha buon gioco nel  controbilanciare gli aspetti viziosi, mondani e seduttivi del Comandante con il suo sense of humour, ma più ancora con una sorprendente umanità dolente, a tratti quasi infantile – e/o senile – del tutto priva di spocchia, se non nei confronti dei potenti, dei bigotti e dei saccenti. 

Il piglio del Barbero narratore – che di certo è “andato a scuola” dal Barbero storico – non è né adulatorio-celebrativo, né ideologico-derisorio (menziona appena Mussolini e il fascismo), né patetico; è, piuttosto, intimista in modo leggero e vivace, e ha l’ulteriore pregio di tratteggiare le numerose scene erotiche, di cui il libro è costellato, con molto garbo ed estro, senza risultare, come dicono i giovani d’oggi, “cringe”, ovvero imbarazzante: insomma, realisticamente quanto di più prossimo ad un miracolo vi sia nella produzione letteraria degli ultimi tre decenni! 

Si scrivessero più romanzi storici così, perfettamente adatti anche a un pubblico giovane, forse Susanna Tamaro al Salone del Libro di Torino non elucubrerebbe tanto sulle epurazioni da operare nella letteratura italiana per studenti…

 

Camilla Scarpa 

Camilla Scarpa  su Barbadillo.it

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