Segnalibro. L’Antimafia e gli usi e i soprusi dei “professionisti del bene”

Marsilio editore pubblica "L'inganno" di Alessandro Barbano: un'inchiesta su come l'emergenza sostituisca la giustizia e il diritto

L’inganno di Alessandro Barbano

Sanzionata dalla Commissione europea a causa dei tempi lunghi dei procedimenti penali, condannata dalla Corte europea dei diritti umani per le condizioni in cui i detenuti sono costretti a vivere negli istituti di pena, l’Italia è divenuta, negli ultimi anni, la maglia nera del diritto, fra i paesi europei. Per alcuni si tratta di una situazione che deriva dalla burocrazia, dall’alto numero di detenuti e, soprattutto, dalla presenza in Italia delle mafie, nelle varie espressioni regionali. Ma i moderni “paladini della giustizia” utilizzano l’Antimafia, sostiene Alessandro Barbano, giornalista e scrittore, nel suo libro L’inganno. Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene edito da Marsilio, “come sistema dove l’eccezione diventa regola e l’emergenza permanente è l’altare sul quale sacrificare la libertà in nome della lotte al crimine. Così confische e sequestri colpiscono migliaia di cittadini e imprenditori mai processati o piuttosto assolti”. Il risultato? Alcune sentenze anticipano le leggi e altri sostengono che la torsione dello Stato di diritto sia utile per sconfiggere, nei fatti, la malavita organizzata. Ma il rischio è che si scivoli verso la carenza di garanzie giuridiche.

E Barbano in questo libro elenca, con tanto di dati, nomi, fatti e dettagli, “gli abusi, gli sprechi, i lutti e l’inquinamento civile perpetrati da un apparato burocratico, giudiziario, politico e affaristico cresciuto a dismisura e fuori da ogni controllo di legalità e di merito”. Un libro dedicato a Leonardo Sciascia, fra i primi a scagliarsi contro “i professionisti dell’Antimafia”.

Questo di Barbano è un viaggio in un sistema che il giornalista descrive come invasivo, che in nome dell’emergenza si è insinuato nella democrazia eliminando, talvolta, le differenze fra eccezionale e ordinario, fra rispetto delle regole e delle istituzioni e abuso di potere. Non a caso sottolinea che “il codice antimafia è il grimaldello per scardinare la porta già traballante dello Stato di diritto e mettere l’intera società sotto tutela giudiziaria”.

Insomma, la legge viene indebolita e il sistema è fatto principalmente di leggi speciali. Non solo: è un coacervo di prefetti, amministratori giudiziali, associazioni di volontariato che vivono e dipendono “dalla crescita continua del sistema stesso”. Non si tratta da parte dell’autore di sostenere il garantismo fine a se stesso, ma si tratta piuttosto di tutelare i diritti evitando il ribaltamento del principio di innocenza per cui è compito del presunto colpevole dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati. Così come adeguare il giudizio di prevenzione evitando che finisca per dare la stura a sequestri e confische senza prove suffragate da caratteri di gravità e concordanza.

*L’inganno. Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene di Alessandro Barbano (Marsilio ed., pagg. 249, euro 18; marsilioeditori.com)

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Manlio Triggiani

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