Scenari. Destra oltre la dicotomia comunitari/liberal: le intuizioni di Junger e dei libertari

jungerNegli ultimi decenni l’ideario della destra è rimasto impantanato in una sorta di palude schizofrenica: da un lato il consolidamento delle posizioni nuovo destre, dall’altro l’inserimento di queste ultime nel variegato cosmo liberale. Si è creata così una nuova torre d’avorio, un nuovo mito incapacitante, dentro il quale molti dei nostri autori hanno confermato intuizioni del passato (comunitari vs liberal, identitari vs global), perdendo di vista le accelerazioni politiche e sociali che proprio il liberalismo, in quanto ideologia del potere, andava compiendo.

La crisi finanziaria del 2008 ha cambiato tutto. O meglio, ha palesato tutto. Dimostrando come la dicotomia fra comunitari e liberal, altro non fosse che un mero auspicio intellettuale e non un concreto fatto politico o sociale. La capacità degli Usa, in particolare della Fed, di rovesciare sul mondo intero il proprio default, innescando politiche di austerity al di là di ogni identità, istituzione, confine e cultura ha aperto una fase di transizione differente dal semplice neo-imperialismo. Lo dimostrano anche le sincretiche guerre del premio Nobel per la pace: il modello distopico di uno Stato Mondiale, individuato da Junger già nel 1960, capace di bloccare e ridistribuire risorse; punire o premiare, controllare ed eliminare le non funzionalità a livello globale, è hic et nunc la tragica realtà dei fatti.

Il liberalismo si è confermato così non un ideologismo debole penetrabile, ma al contrario, l’ideologismo più pervasivo della storia sociale, capace di creare appunto uno Stato onnipotente, onnicomprensivo, dentro al quale nessuna identità, a partire da quelle personale può definirsi libera. Così, mentre la destra intendeva combattere la battaglia fra comunitari e liberal, all’interno del sistema, all’interno del variopinto cosmo liberale, la guerra era semplicemente già persa.

In buona sostanza, la preveggenza assoluta di Junger, nei cui romanzi il modello distopico di tirannide anti-personale diventa monito alla generazione del solstizio invernale 2012, non è stata presa sul serio da chi Junger avrebbe dovuto leggerlo con maggiore attenzione, evitando di trasformarlo ora in un fantoccio neo-conservatore, ora in un vizioso libertino veltroniano.

Tuttavia i suoi moniti la destra li può ritrovare in posizioni politiche ancora concrete, che da qualche anno stuzzicano l’appetito di alcuni lupi in cerca di coraggio: sono le posizioni libertarie, paleo-libertarie del leader americano Ron Paul e di suo figlio, il senatore Rand Paul; voci forti contro i trucchi della Federal Reserve, voci forti contro la dottrina poliziesca internazionale di Bush prima e di Obama oggi. Buoni esempi di un libertarismo non ottuso, non figlio di un dio minore, fratellino risentito del caino liberale, non un libertarismo intransigente e meccanicistico. Roba buona per chi in italia cerca di rilanciare un’idea di destra in grado di capire una volta per tutte che, superato il tempo mitico dei fascismi, lo Stato è il più freddo dei più freddi mostri.

Giacomo Petrella

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