Primavera di bellezza, tetti verdi e castori metropolitani

Passato l'infelice periodo del lockdown, la sensibilità per la natura pare aver conquistato molti cittadini

Jardin du Luxembourg di Andrea Bedini

Anche a Parigi primi raggi confortanti, primi germogli. Non lontano dagli Champs-Elysées, all’angolo di una strada fioriscono i ciliegi del Giappone e dalle fioriere spuntano timidi boccioli multicolori…  Dolce fremito di primavera, di quasi estate. Siamo al 1° maggio, tra concerti di casseruole e contestazioni, le campanule fragili del mughetto sbocceranno coi loro profumi d’infanzia e di rinnovamento.

Passato l’infelice periodo del lockdown, la sensibilità per la natura pare aver conquistato molti cittadini, che escono dai vivai con le braccia colme di vegetali vacillanti, lieti di portare a casa preziosi esseri viventi, che riumanizzino le giornate minerali su cui gli schermi regnano da padroni. Coniugate con questo nuovo slancio, le inquietudini dovute al riscaldamento planetario inducono le metropoli del mondo a interrogarsi sul loro modello.
New York ha così ridipinto in bianco oltre 850.000 metri quadrati di tetti, per ridurre la ritenzione di calore, e creato, dal 2009, la sua High Line, superbo parco sospeso di 2,8 km su una vecchia ferrovia metropolitana.
Milano prevede di piantare tre milioni di alberi in sette anni e anche Genova è orientata in tal senso, mentre Barcellona sovvenziona la vegetalizzazione dei tetti al 75%.
Pochi giorni fa anche Londra ha annunciato la sua volontà di “inselvatichire” la capitale britannica, sebbene sia già una delle più verdi d’Europa, ospitando più di 16.000 specie animali, contro le 13.000 specie di Parigi. Priorità d’Oltre Manica? Installare castori nel cuore urbano! Presenti in tutta Europa e abusivamente cacciati fin quasi all’estinzione, questi abili costruttori di dighe hanno un ruolo importante nel prevenire le inondazioni. Eccoli ora promossi anche a campioni della lotta climatica: creano zone umide, favorendo lo sviluppo di ricchi ecosistemi che captano CO2. Da anni, attivisti conducono azioni illegali per reintrodurre segretamente questo formidabile costruttore ovunque nel continente. Gli studi più recenti paiono dare loro ragione. Un giorno a Parigi vedremo questi ingegneri coi dentoni folleggiare sul Lungo-Senna?
Nel momento in cui ogni soluzione, anche la più stravagante, è presa in considerazione, nulla pare impossibile. Forse che i castori non hanno già investito il Rodano e la Saona, fino a insediarsi… nel cuore di Lione?
Point de Vue,  N. 3897

Adélaïde de Clermont-Tonnerre

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