Qatar, virus del cammello e contagi poco probabili

La querelle oltre la Manica sulla diffusione di patologie legate ai celebri dromedari

La Cnn e la Mers

Prima regola: rinuncia al tuo consueto beveraggio mattutino a base di latte crudo di cammella. Seconda regola: evita di spazzolare il pelo del tuo cammello posteggiato sull’Appia antica, sono sconsigliate anche le escursioni a cavalcioni dell’animale. Terza regola: non assistere a nessun concorso di bellezza per l’elezione di mister o miss cammello. Se ne è concluso uno di recente in Qatar. Cosa sta succedendo? I cammelli sono portatori innocenti di una malattia, più pericolosa del Covid 19. Stai lontano dal cammello e avrai salva la vita. Diverse fonti accreditate dicono che proprio il quadrupede è il responsabile. Ci risiamo? Ti chiederai, di Covid ne abbiamo avuto abbastanza; le immagini delle strade deserte di Kensington, quella dello smarrito Boris, allora in carica, e le cronache di mezzo mondo sconvolto erano spettacolo desolante all’insegna del macabro. In Cina a causa dell’utilizzo del loro blando vaccino Sinovac il virus spaventa ancora oggi, anche se Xi Jinping ha dovuto rinunciare all’idea di lock down totale, per tema di pericolose sedizioni. Proprio dalla Cina ora arrivano notizie che allarmano l’Organizzazione mondiale della Sanità, si teme una nuova ondata, più aggressiva della prima, capace di sviluppare nuove varianti. Ma questo virus è diverso. C’entrano ancora pipistrelli e carni infette del mercato cinese? No. Oppure fughe di virus elaborati in laboratorio per la nuova guerra batteriologica? Nemmeno. C’entrano i cammelli. La Mers, parente del virus che ci ha fatto penare è un’altra cosa, più pericolosa ma meno contagiosa. È stata l’incubo di molti giocatori durante i mondiali in Qatar e ha colpito i Bleus di Didier Deschamps facendo ammalare Rabiot, Upamecano e Coman che potrebbero aver contratto l’influenza del cammello, patologia causata da un coronavirus, della grande famiglia che annovera anche il Covid-19. “Ha la febbre. Stiamo cercando di stare attenti perché non si diffonda questo virus, che sta colpendo molti calciatori qui al Mondiale. Ti ammali quando ti stanchi troppo, il tuo corpo si indebolisce e sei più vulnerabile”, ha detto monsieur Deschamps parlando del suo giocatore Kingsley Coman, secondo il Corriere dello Sport, sebbene non esista alcuna diagnosi ufficiale.  

Il timore è che quelli dei giocatori possano essere solo i casi più noti dovuti alla loro popolarità ma cosa succederà quando milioni di tifosi saranno rientrati a casa: emergeranno molti altri casi? Se avete parenti e amici che hanno seguito in loco i campionati di calcio in Qatar intruppandosi nello stadio di Lusail trovate pretesti per rimandare l’incontro chiedendo loro al telefono o via skype come stanno, meglio un eccesso di cautela che il letto d’ospedale. Dobbiamo ancora una volta preoccuparci? Il 16-12 su Start Magazine Giulia Alfieri annota:

“La Sindrome respiratoria da coronavirus in Medio Oriente, abbreviata con l’acronimo Mers dall’inglese Middle East Respiratory Syndrome, è una malattia infettiva acuta, sorella cattiva del Covid, causata da un virus zoonotico che può essere trasmesso dagli animali alle persone. In questo caso si tratta dei dromedari, da qui il nome di influenza del cammello. L’origine del virus, riferisce il ministero della Salute, non è del tutto chiara, ma in base ai risultati dell’analisi del genoma virale, si ritiene che sia stato originato nei pipistrelli e successivamente, in un’era remota, trasmesso ai dromedari. La Mers è stata descritta per la prima volta nel 2012 in seguito ai casi rintracciati in Giordania e Arabia Saudita, dieci anni dopo la comparsa della Sars in Cina. Generalmente causa una grave forma respiratoria acuta caratterizzata da febbre, tosse e difficoltà di respiro. La polmonite è comune, ma non sempre presente. Sono inoltre stati segnalati sintomi gastrointestinali. In alcuni casi le persone infette possono essere asintomatiche.”

L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma afferma che il virus responsabile della Mers sembra essere meno facilmente trasmissibile da persona a persona rispetto al virus della Sars ma è in grado di causare una malattia più grave con un tasso di mortalità più elevato. Quindi scordati il latte crudo di cammella. 

“Anche l’inglese The Sun ha scritto che “l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha esortato i medici a prestare attenzione alle persone che soffrono di febbre e difficoltà respiratorie”. Non è, tuttavia, presente alcun documento sul sito dell’Agenzia.

L’invito ad aumentare il livello di attenzione è arrivato anche da un gruppo di esperti che ne ha scritto il 13 dicembre su The Lancet ricordando che, oltre ai Mondiali, il Qatar sta ospitando anche un concorso di bellezza per cammelli, che ha raccolto centinaia di migliaia di persone, creando le condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni zoonotici associati ai cammelli con un potenziale epidemico”.

Su Il Giorno del  15 dicembre: “Dal 2021 al novembre 2022 Mers ha causato 2.600 contagi, ha un tasso di letalità del 34-36%, ma si trasmette dal dromedario all’uomo e il 90% dei casi registrati quest’anno, meno di una decina, sono di questo tipo e non di trasmissione uomo-uomo che sono poco probabili…Quindi il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile”. A dirlo è Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. “E poi – aggiunge l’esperto – se rispettiamo una semplice norma che abbiamo imparato in questi due anni di pandemia Covid, lavarsi spesso e bene le mani, il rischio di contagio si riduce notevolmente”. Per concludere: il rischio di contrarre la malattia c’è ma solo se te lo vai a cercare. Alla larga dal cammello…per ora. Da queste parti sono pronti ad affrontare la malattia, sciopero a oltranza delle nurses e delle autoambulanze permettendo. 

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Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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