Ops/4. Se le destre hanno un problema nel gareggiare nei talk show

Il racconto della nuova stagione deve essere accompagnato da una risposta chiara alle derive strumentali. Anche nei salotti tv

Lilli Gruber conduttrice de La7

Dopo la battaglia delle urne, c’è quella dei talk show. Alle elezioni ha vinto la destra, in tv la sinistra asfalta tutti. Anche perché il fronte di chi racconta la politica con spirito libero e anticonformista è sostanzialmente sguarnito, o presidiato da pochissime voci competitive (quando hanno spazio nei salotti video).

Chi ha seguito una recente puntata di Otto e mezzo con Marco Travaglio e Massimo Giannini, agevolati dalla conduzione di Lilli Gruber, ha rilevato con evidenza che i due direttori-opinionisti hanno esposto –  sostanzialmente senza essere incalzati da alcuna presenza dissonante – una versione tetra dell’avvio della stagione di governo di Giorgia Meloni. In questi duelli o si combatte “con ritmo” o si capitola. E troppo spesso si registrano monotesi, versioni monolitiche delle ricostruzione dal Palazzo…

Ora, ognuno fa quel che può, ma urge una riflessione su come garantire pluralismo, un controcanto necessario o indispensabile rispetto al giornalismo legittimamente fazioso, e uno sguardo realista rispetto al primo governo politico dopo undici anni. Tutto questo oltre le performance del telegiornalismo populista, che almeno danno spazio ad un pezzo di Italia disprezzata dai soliti salottieri…

Rinunciare a portare una opinione differente – con chi può farlo – anche nello spazio mediatico avrà effetti devastanti sulla tenuta sociale del nuovo esecutivo. Qualcuno batta un colpo. Lo diciamo sommessamente.

@barbadilloit

Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

Exit mobile version