Heliopolis/5. La carenza di chip e l’irruzione di Marte dio della Guerra nella postmodernità

Non si trovano più vetro, grano, microchip, spazio sulle navi, noli e container. Il meraviglioso ed instancabile mondo di Vulcano si sta fermando

Marte dio della Guerra

La ricomparsa del furore ha sconquassato il meccanismo. Thor, o Marte, non sono elementi ordinati. Il tuono è improvviso e lacerante. Non segue il diritto. Tyr o Giove, piuttosto, padroneggiano l’arte della guerra regolamentata, limitata. Il Dio del tuono è invece cruento, sregolato, per certi aspetti maldestro, e generatore di eventi incontrollabili. C’è da scommettere che nei discendenti dei Rus di Kiev sia rimasto gran ricordo del sangue vichingo.

Marte ha rotto il meccanismo. Non si trovano più vetro, grano, microchip, spazio sulle navi, noli e container. Il meraviglioso ed instancabile mondo di Vulcano si sta fermando. Certo, la sensazione è che i Sacerdoti della grande Borsa un po’ se l’aspettassero questa sfuriata: un po’ come se l’idromele del dio forgiatore fosse stato dopato ad uso e consumo di uomini vanitosi.

Carenza di chip nel mondo

Per trent’anni i maghi della moneta senza oro, del frutto senza lavoro, si sono fatti beffe degli dei  e delle loro prerogative. Il mondo perfetto e ben costruito scintillava di una patina fatta di stampaggio universale e tanta ipocrisia: oggi si torna al carbone, le polveri nere della fucina di Efesto hanno ricoperto nuovamente le trecce bionde di Greta, mentre una pagnotta porta con se il prezzo del mondo senza limiti.

Un ritorno al reale, al quale un po’ tutti dovremmo abituarci. Una buona cosa, ricca di potenzialità elettive per chi, stufo del virtuale, nel tragico ed eroico reale sarà in grado di scorgere verità sovrasensibili. Vale per lo spirito, così come per la tecnica sua emanazione. Esiste solo ciò che è vero. Quando cadono i banchieri.

Giacomo Petrella

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