Segnalibro. Storia dei mercenari da Senofonte a Bob Denard

Altaforte edita "Viva la morte mia!" di François-Xavier Sidos che indaga la storia e la psicologia di questi combattenti speciali

Combattere per soldi? O per un’idea? Per amore del rischio e per disprezzo della vita borghese? La figura del mercenario ha sempre suscitato curiosità per il coraggio con il quale mette a repentaglio la propria vita per soldi o per convinzione.

Lo storico François-Xavier Sidos offre una visione romantica e appropriata della figura degli affreux, i “terribili”. Premessa: sa bene di che parla dal momento che lui stesso è stato un mercenario e, negli anni Ottanta e Novanta, ha fatto parte dell’esercito del celebre comandante Bob Denard, ha combattuto nelle Isole Comore prendendo parte al colpo di Stato del settembre del 1995. Inoltre, è stato ufficiale di riserva dell’esercito francese.

Sidos conosce bene le motivazioni che spingono un uomo a combattere in un esercito formato da militari provenienti da vari paesi che sono lì non perché coscritti, ma per scelta, per decisione umana, politica, di affermazione di un’idea. Ora Altaforte ha tradotto il libro di Sidos sulla storia dei mercenari – “da Senofonte a Bob Denard” – , dal titolo Viva la morte mia!.

L’autore sin nelle prime pagine chiarisce che finora le storie dei mercenari pubblicate hanno spesso calcato la narrazione su uomini dipinti come avventurieri crudeli disposti a tutto per soldi, capaci di passare da un esercito all’altro solo per interesse. Questa visione è stata favorita anche da una certa letteratura e da una certa produzione cinematografica che hanno contribuito a divulgare questa immagine del soldato di ventura.

Sidos descrive un mercenario antiborghese che per ideali sceglie l’esercito per difendere certe idee e quindi è disponibile ad andare da una parte all’altra del mondo a combattere e magari morire. La figura del mercenario descritta da Sidos esiste, è vera, in tutte le epoche è esistita e molti mercenari hanno contribuito a scrivere pagine esaltanti di storia. Ma i mercenari non sono solo così. Ce ne sono stati e ce ne saranno ancora che lo fanno solo per per soldi. La visione romantica, quella dei parà mercenari che in Congo salvavano, a metà anni Sessanta, missionari e famiglie di europei trasferiti a vivere e lavorare lì è vera, ma non è la sola.

Questo libro narra le vicende, le avventure e le alleanze di maggiore interesse cui hanno partecipato i mercenari da Senofonte agli anni Novanta del secolo scorso. Un apporto che spesso ha determinato rapide svolte nella storia europea, che ha cambiato quello che sembrava essere il corso della storia. Storie che vanno dall’antica Grecia e dall’antica Roma al Medioevo, alle compagnie di ventura, che narrano i grandi condottieri, i cavalieri e i lanzichenecchi, gli svizzeri e gli scozzesi spiegando che fino al XVIII secolo i mercenari contribuirono a creare l’ossatura degli eserciti. Una analisi che mostra bene le dinamiche e gli scenari che storicamente – e ciclicamente – tendono a ripetersi. Dagli zuavi pontifici alla Legione straniera, dagli stranieri nell’esercito francese alle Brigate internazionali in Spagna passando per i filibustieri, i corsari, i vari mercenari del Novecento. Senza dimenticare Cristoforo Colombo, Benvenuto Cellini, Giuseppe Garibaldi, Byron Rimbaud, Malraux, Orwell, Jünger fino a Che Guevara. Quella che attraversa queste esperienze è una mentalità, una visione del mondo, un approccio alla vita che parla di “uomini e combattenti liberi” che fanno una scelta di campo.

François-Xavier Sidos, Viva la morte mia! (Altaforte ed., pagg. 338, euro 19,00; prefazione di Franco Nerozzi; ordini: altafortedizioni.it).

 

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

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