Calcio. Il mercato versione Oronzo Canà Bale al Real e Casillas scaricato (va in Premier)

canàE’ uno scontro già visto: le perfide inglesi e le grandi di Spagna si contendono il primato sul mercato europeo e puntano a blindare la loro supremazia pallonara in tutto il vecchio continente. E dopo la telenovela tragicomica legata al maxitrasferimento del talentuoso gallese Gareth Bale, con tanto di amori traditi (Villas Boas, trattato come se non peggio di quell’Oronzo Canà che chiedeva alla sua Longobarda di trattenere a tutti i costi i gioiellissimi Falchetti e Mengoni), cattivi (Florentino Perez e la munificenza dei galacticos e lo stesso Bale ‘ingrato’), presidenti smargiassi (quello del Tottenham, David Levy, che ha interrotto le vacanze negli States per fiondarsi a trattare con i madridisti, come se fosse un Borlotti qualsiasi) e persino terroristi (Al Qaeda ed i suoi aggiornatissimi blog), il nuovo caso sembra riguardare un altro big, che stavolta però sembra pronto a compiere il tragitto inverso a quello di Bale. Il portierissimo del Real Madrid, Iker Casillas, non convince nemmeno Carletto Ancellotti. Anche il tecnico reggiano gli preferisce Diego Lopez, pupillo dell’antipatico (ma perché?) José Mourinho. Vuoi vedere che il tecnico portoghese, forse, aveva ragione?  Comunque per Casillas sembra essere finita la scintillante avventura con la camiseta blanca. Anni e anni di militanza dura ed onorata non gli risparmierebbero l’onta della panca e perciò sembra che il portiere spagnolo sia in procinto di trasferirsi in Premier League, a sentire i rumors alla corte di Moyes al Manchester United in quanto, secondo l’erede di sir Alex Ferguson, De Gea non darebbe sufficienti garanzie tra i pali dei Red Devils.

Il Tottenham, adesso, deve investire il denaro incassato (oltre 100 milioni di euro) e già ha fatto la spesa in Italia: un nome su tutti, l’ennesimo campionissimo in chiave futura della Roma che ha già fatto le valigie, l’argentino Erik Lamela. E già, perché mentre Spagna e Inghilterra – con la partecipazione straordinaria di Bayern Monaco in Germania e Psg e Monaco in Francia – continuano a far sfaceli sul mercato, da noi si va al risparmio. L’unico acquisto ‘pesante’ – in termini di cifre – l’ha fatto il Napoli con Higuain. Solo dopo, però, aver ceduto a cifre stratosferiche il buon Edison Cavani agli sceicchi della Senna califfi del Paris Saint Germain.

Persino un folle affetto da shopping pallonaro convulsivo come tale Massimo Moratti non ha speso (quasi) un centesimo. E anzi si è attardato in una tarantella mediatico-legale-avvocatizia tra l’Italia, gli Usa e l’Indonesia col bell’Erik Thohir per la cessione di quote dell’Inter. Ovviamente la questione è ancora aperta ma pare proprio che con il magnate asiatico finirà come è finita con i cinesi delle Ferrovie. Anche perché, finora, in Italia gli investitori stranieri hanno sempre fatto una figura meschina. Gli sceicchi arabi, i nababbi russi e i tycoon statunitensi finora non hanno esaltato le piazze e anzi, nelle loro versioni più clamorose e meno note al grande pubblico (Torino e Salerno ricorderanno un certo Joseph Cala, sedicente multimiliardario Usa titolare di alberghi persino sott’acqua, in realtà poco più che uno zio d’America senza solidità) prima hanno fatto sognare poi si sono rivelati per dei mezzi bluff. Ma la colpa non è certo loro né nostra. In Europa, si sa, riesci ad andare avanti se hai fiumi e fiumi di denaro (vedi i califfati arabi e le satrapie russe) o se lo Stato non ti massacra di tasse. E lo sapevate che, in Spagna, Real Madrid e Barcellona – che fatturano insieme più di un miliardo di euro – sono considerate, dato che son modelli di azionariato popolare, delle società senza scopo di lucro?

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Giovanni Vasso

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