Comunali. Se il centrodestra sceglie lo schema Tafazzi

Coalizione divisa a Catanzaro,, Messina, Viterbo, Parma e Verona. La chance del buon senso al ballottaggi

Tafazzi

Nelle elezioni comunali il centrodestra – maggioritario sul piano politico nel paese – continua a dare il peggio di sé. A poche ore dalla presentazione delle liste sono cristallizzate le divisioni  a Catanzaro, Messina, Viterbo, Parma e Verona. Sono cinque comuni capoluogo, simbolo della prossima tornata elettorale.

Perché queste divisioni?

Dalle elezioni per il Quirinale, o forse già da prima, l’alleanza è in crisi. Non c’è coesione e stanno svolgendo un ruolo troppo limitato i ricucitori tra i vari leader: eppure questo è il momento della mediazione. A complicare i rapporti interni c’è anche la crescita dei consensi di Giorgia Meloni e di Fdi, saldamente primo partito italiano, con effetti a cascata nei territori, dove si registra una costante richiesta di ingresso nel partito post-Fiamma da ambienti ex Lega o azzurri.

La legge elettorale

Con l’attuale legge elettorale ricomporre i cocci della coalizione sarà inevitabile. Salvo che non ci sia in parlamento un blitz per un cambio di regole con l’introduzione del proporzionale. L’effetto di una rivoluzione simile sarebbe un liberi tutti, e non è detto che solo la Lega e Fi possano trovare intese con l’altro fronte. La sintonia della Meloni con Letta, a partire dalla questione Ucraina e dalla suggestione comunale sul proporzionale per le prossime elezioni politiche, è solida e non va trascurata, anche se Fdi ha sempre dichiarato di non voler mai andare a braccetto con i dem. Ma di fronte alla necessità di dare un governo all’Italia corrosa da pandemia e guerra, varrebbe ancora questa pregiudiziale? A questo punto sarebbe da rivedere (anche) la scelta da parte di Fratelli d’Italia di imperniare la propria politica sulle parole d’ordine della “coerenza” e della lealtà alla coalizione di provenienza.

 Il buon senso ai ballottaggi

Le comunali presentano il secondo turno e in molti comuni ci sarà bisogno del ritorno alle urne per definire il vincitore. Questo sarà un banco di prova per misurare il buon senso dei leader del centrodestra, ovvero la capacità di ritrovarsi per non far vincere le sinistre nei municipi. Ma in politica nulla è già scritto e il buon senso a volte può cedere il passo alle ragioni di parte. Di sicuro una ennesima frattura renderà ancora più complessa la ricerca di una quadra tra Berlusconi, Salvini e la Meloni per le politiche. E la sindrome Tafazzi è sempre in agguato…

@barbadilloit

Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

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