“La Cura Filosofica” di Zizzi e Brioschi

"Questo saggio è un lavoro di orientamento rispetto al dover essere in sé": la linea del volume edito da Fallone editore

La Cura Filosofica, pur riconoscendosi nell’alvo già segnato della consulenza filosofica, si distingue da essa. Pur accettando e utilizzando le sue ancelle (quindi consulenza filosofica, counseling, coaching, PNL, etc.), essa vuole essere un altro tipo di terapia. Lasciando alla medicina e alla psicoterapia quelli che sono, secondo i dettami sociologici e legali, le loro pertinenze, essa funziona autonomamente; nella pulsione di poter essere la soluzione, se pur parziale, al problema ontologico cioè dell’Essere. Pertanto, questo saggio è un lavoro di orientamento rispetto al dover essere in sé. Riconoscendo autenticità e inautenticità. Dover tornare in sé al di là di ogni credo o religione significa riconoscere l’insufficienza della propria sperimentazione esistenziale, sia essa ego, carattere, temperamento e personalità. Questo saggio tenta di definire nel percorso filosofico una trascendenza, attraverso una Pratica dei Giochi che di fatto costituisce il centro teoretico e pragmatico della cura. Quindi, se è vero che esso agisce anche per ogni condizione momentaneamente difficoltosa che si dice umana, il medesimo ha l’ambizione di riconoscere nella filosofia ‘pura’ una altra realtà. Quella di assurgere, come insegnatoci dai filosofi primevi, a essere una vera condizione rispetto all’essenza: ricondursi a sé, radicalità, riconoscere nel linguaggio molto ma anche poco. La Cura Filosofica è, a nostro avviso, quello che è stato poco compreso: è il gioco necessario di riportarsi a un ego non più umano, bensì divino, attraverso un gioco di stati e un dialogo purché compreso; lo stato a cui nessuno potrà sottrarsi; una dimensione dell’esistere che trovi corrispondenza nell’Essere.

Andrea Brioschi, lombardo, è laureato in Giurisprudenza con specializzazione in Criminologia, studioso di Filosofia e Scienze matematiche. Dopo svariati anni da procuratore legale, è attualmente docente, coaching e motivatore. Nel 2015 pubblica per i tipi di LietoColle Editore il poema Addì Giustizia, che sancisce una svolta professionale ed esistenziale, col quale abbandona definitivamente la professione forense per dedicarsi alla ricerca filosofico-identitaria e alla cura dell’altro.

In fase di lavorazione l’opera poetica Fallo di rigore e i saggi La superficializzazione del bene e L’estetica dei giochi.

Michelangelo Zizzi, pugliese, è laureato in Filosofia e in Medicina. Dottore di ricerca in Lessicografia e semantica dell’italiano letterario. È inoltre saggista, scrittore e poeta. Svolge attività di coaching e motivazione. È fondatore e direttore di Scuola Pound, scuola di scrittura poetica condotta dai massimi autori italiani, e di Fucine Letterarie, agenzia letteraria multilivello.

Si è occupato di letteratura poetica e narrativa dell’Otto-Novecento, in particolare di Dino Campana, Vittorino Bodini, Girolamo Comi, sulle cui figure ha pubblicato svariati articoli e saggi monografici. Ha collaborato con riviste e giornali nazionali e internazionali, tra cui Nuovi Argomenti (Mondadori), L’Immaginazione (Manni Editore), Gradiva (New York University), Poesia (Crocetti), Atelier e con Il Giornale e Il Riformista.

Ha pubblicato in saggistica: Il Sud e la Luna. Per una geografia dell’immaginario in Vittorio Bodini, Levante Editore, Bari 1999; Autoritratto con monade. Fenomenologia della poesia in Girolamo Comi, Multimedia Pensa, Lecce 2000; L’orfismo in Comi, Multimedia Pensa, Lecce 2002; A Sud del Sud dei Santi. Sinopsie, Immagini e Forme della Puglia poetica. Cento anni di storia (LietoColle Editore, Como 2013); in poesia: La casa cantoniera, ne La Collana di Maurizio Cucchi, Varese 2001; La primavera ermetica, Manni Editore, Lecce 2002; Del sangue occidentale (2005) e La resistenza dell’impero (2016) per LietoColle Editore.

Dirige la collana di poesia Il Drago Verde per Fallone Editore.

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