Perché leggere “La mummia che sanguinava” di FT Marinetti

Intreccio macabro di Eros e Thanatos, questo breve scritto, originariamente composto in francese e intitolato La Momie sanglant, Edition du Journal Verde e Azzurro, Milano 1904,  che fu la terza opera pubblicata dal Nostro, è stato meritoriamente pubblicato per la prima volta in italiano dalla casa editrice Aspis, a cura di Guido Pautasso e tradotto dallo stesso editore, Camilla Scarpa

La mummia che sanguinava di FT Marinetti edito da Aspis

“Epitalamio: s.(sostantivo) m.(maschile), componimento poetico in onore degli sposi: gli epitalami di Callimaco, di Catullo”, così lo Zingarelli definisce un genere letterario in voga fino a un paio di secoli fa, che celebrava l’evento nuziale augurando ogni bene alla coppia che si accingeva a condividere, si sperava, il resto della propria esistenza. Esempi di tali componimenti, in età recenti, ci sono offerti dal Tasso, dal Parini e dal Marino, con celebrazioni gioiose della vita coniugale espresse con parole affettuose e accompagnate da storie esemplari. Fa un certo effetto, dunque, leggere quanto Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) scrisse il 10 gennaio 1904, “Nel fausto giorno del suo matrimonio con M.lle Marthe Siccoli dedicandoglielo, offro in dono al mio caro amico Guglielmo Anastasi”. Si tratta infatti, di una breve composizione intitolata La mummia che sanguinava, impregnata, come scriveva lo stesso fondatore del Futurismo, “d’aromi funebri e palpitante di desiderio come un roseto scaldato dal sole, affinché egli, al banchetto trionfale celebrato in onore della sua radiosa giovinezza, osi levare più in alto di tutti il calice dell’Amore, incastonato d’astri, e brindare arditamente alla Morte, traendo ispirazione dalla finezza propria degli antichi Egizi <<che non concepivano convito alcuno senza un cranio scheletrito, o, in ogni modo, senza un emblema qualsiasi della brevità della vita>>”.

Intreccio macabro di Eros e Thanatos, questo breve scritto, originariamente composto in francese e intitolato La Momie sanglant, Edition du Journal Verde e Azzurro, Milano 1904,  che fu la terza opera pubblicata dal Nostro, è stato meritoriamente pubblicato per la prima volta in italiano dalla casa editrice Aspis, a cura di Guido Pautasso e tradotto dallo stesso editore, Camilla Scarpa (F.T.Marinetti, La mummia che sanguinava).

 La storia è molto semplice: una mummia, Ilaï ,si leva dal sarcofago, illuminata dalla lune che sembra arrossare tutto il paesaggio, in segno di lutto per la morte dell’amato, il guerriero Nubar, col quale non aveva potuto gustare il frutto tanto desiderato dell’amore carnale per il voto di castità fatto, appunto, alla Luna. Proprio per quel voto, ora è condannata alla vita eterna: se l’avesse infranto, sarebbe morta definitivamente, ma avrebbe conosciuto l’estasi amorosa, della quale non potrà ormai più avere esperienza. 

 Tema divenuto un classico della letteratura gotica dell’Ottocento, quello della mummia è frequentato da molti scrittori, come E.A.Poe in Quattro chiacchiere con una mummia, Bram Stoker con La dama nel sudario e Theophile Gautier con il Romanzo della mummia, e diventerà un classico della cinematografia del Novecento, prima con le varie pellicole della Hammer House interpretate da Boris Karloff e la coppia Christopher Lee/Peter Cushing e poi con i blockbuster della trilogia con Tom Cruise, tutti incentrati sul ritorno del non-morto, bendato e assai furioso.

 Ma il racconto di Marinetti non è affatto interessato alla figura del “mostro” quanto al rapporto estatico tra Amore e Morte, che potrebbe essere interpretato come un possibile filo rosso di tutte le sue opere, fino all’ultima, il  tragico e bellissimo epicedio dedicato al Quarto d’ora di poesia della X Mas.  

*La mummia che sanguinava, di F.T.Marinetti, pp 28 € 7 (Aspis) – Qui il link per acquistare il volume direttamente dal’editore

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Luca Gallesi

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