Calcio. Nuova sfida per Rino Gattuso dalla linea mediana alla panchina del Palermo

gattusoBuona fortuna, Ringhio! Ne hai bisogno.  La Dea del caso non ha occhi dolci per i  mediani. Lei ama i numeri dieci.  Ama i figli creativi della Sfera. Ai  corridori di buona volontà  del centrocampo,  a quei guerrieri che pugnano  anche per gli altri,  Lei consegna solo pochi sguardi.

Buona fortuna,  perché la tua panchina, quella del Palermo, non sarà – per te ex mediano –  una  historia  facilis.

Te ne sei già accorto con  la prima partita ufficiale: Palermo – Hellas Verona, sconfitta bugiarda, sconfitta e  tanti pali colpiti dai tuoi volenterosi  armigeri rosa,  sconfitta dopo un partita generosissima, sconfitta perché il calcio è  una limpida ingiustizia,  un’ingiustizia proprio per te,  buon cavalier calabro antico!

Lo sai. Chi allena e sta in panchina  mica corre e salta  nell’allegro massacro! L’allenatore non calpesta il campo fangoso ma  tu vorresti ancora farlo. Contro il Verona volevi buttarti nella mischia e mutar così le sorti; ma non è  più questa la tua  vicenda.

Ti aspetta, allora, la sorte  della  razza  di  chi  rimane a  terra.  Ti aspettano giorni in cui pensare, attendere, dubitare, scegliere,  senza salir  in campo. Per soffrire, tu ultimo discepolo di J. P. Sartre.  Per comprendere così la  fenomenologia della scelta. Cioè, una piccola e mediocre scelta modificherà ogni tua robusta consapevolezza.  Basterà scegliere solo una  posizione alla punta. Basterà cambiare l’esterno di difesa. Basterà  poco, sul rettangolo erboso,  e le tue certezze saranno  già ansie e  sconfitte.  E  non  lo meriti tu che  hai battagliato per  disfangar  armate (F. Acitelli).

Tu non  meriti la ‘fragilità della panchina’, tu che eri  Votato  al sacrificio… che … mostravi  una  generosità  antica.  (F. Acitelli)

Per te,  quindi,  Ringhio, uomo  benevolo,  questo è  il tempo per  guardar il  campo di battaglia con gli occhi  astuti e  bugiardi.  Con gli occhi gelidi  osserva la sconfitta e la vittoria.   Dimentica  un poco  il tuo vecchio fuoco magnanimo. O  considera –  consenticelo – che la  vittoria  non è della generazione  robusta e dura  che forma i  valorosi  squadroni,  ma  è del  giovane  taciturno che su la carta col compasso alla mano sceglie un  crocicchio fatale  di strade che diverrà campo  famoso  di  battaglia. (C .Cattaneo)

Renato de Robertis

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