Ernst Jünger e l’adesione alle rivolte antiborghesi e contadine nel 1929

Pubblichiamo la lettera che lo scrittore tedesco scrisse a Bruno von Salomon, animatore del movimento di lotta, nel quale l'autore di Tempeste d'acciaio si riconobbe in chiave nazionalrivoluzionaria

Ernst Jünger

Ernst Junger

Il 10 settembre 1929, Ernst Jünger scrive a Bruno von Salomon, una delle figure di riferimento del Landvolkbewegung, il movimento protagonista alla fine degli anni ’20 delle rivolte dei contadini, nate nello Schleswig-Holstein e poi allargatesi a buona parte della Germania settentrionale.

Proprio lo stesso giorno Bruno von Salomon viene arrestato insieme a Claus, Rönne e Heide Heim, Johson, Bodo Uhse, in tutto una ventina di arresti. Il giorno dopo la stessa sorte toccherà agli altri tre fratelli von Salomon, Ernst, Hörst e Günther, alla segretaria del capitano Ehrhardt e poi moglie di Hartmut Plaas Sonja Laankens, a Hans-Gert Techow, Werner Lass e Hans Sadowski.

Sono tutti accusati di essere responsabili degli attentati che da alcuni mesi in un continuo crescendo stanno caratterizzando le proteste; una ventina di bombe sono esplose danneggiando municipi, palazzi di giustizia, abitazioni di esponenti pubblici di rilievo. Il primo di settembre Ernst von Salomon e Walter Muhtmann avevano a mo’ di sberleffo creato allarme collocando una finta bomba accanto al Reichstag a Berlino, Un periodo di grandi tensioni che molti anni dopo von Salomon avrebbe ricordato come veramente divertente, uno “Spass”. Pochi giorni prima una bomba era esplosa danneggiando il municipio di Lüneburg in Bassa Sassonia.

Bruno von Salomon

Bruno  von Salomon era sicuramente tra gli organizzatori dell’attività terroristica, mentre l’esplosivo lo aveva materialmente procurato suo fratello Horst che lo avevo portato dalla Renania.

Jünger senza preamboli o infingimenti dichiara apertamente che quel “concreto movimento” dal carattere spiccatamente nazionalrivoluzionario era il primo cui sentiva veramente di appartenere. Prosegue sottolineando come fosse “molto importante possedere i focolai in cui conservare il fuoco dell’anarchia”.

Frutto positivo del movimento di rivolta, a giudizio di Jünger, era l’aver costretto i nazionalsocialisti a mostrare e svelare il loro vero animo borghese e se questi un giorno fossero arrivati alla vittoria, con loro  e le altre formazioni di estrema destra loro alleate, sicuramente si sarebbe passato il crinale del conflitto di fronte alla loro inaccettabile politica che non sarebbe potuta essere che filooccidentale in politica estera e nazionalcosnservatrice in politica interna.

I nazionalsocialisti in un atteggiamento di assoluta legalità e rispetto delle leggi dello Stato avevano difatti ricevuto l’assoluto divieto di intrattenere rapporti con gli esponenti delle rivolte contadine, ed erano arrivati a mettere una taglia di R.M. 10.000 sulla testa dei dinamitardi. La loro politica venne poi premiata da grandi successi alle successive elezioni con punte di oltre l’80% nei distretti cuore della rivolta.

Chiarissima appariva così la visione euroasiatica e antiborghese di Ernst Jünger, di cui da lì a poco L’Operaio ne sarà diretta espressione intellettuale. 

Simili posizioni favorevoli ai rivoltosi furono contemporaneamente assunte anche da suo fratello Friedrich Georg che vide in quelle rivolte nascere la speranza di “portare all’assurdo un intero sistema politico” per “mandare in fumo la consorteria europea per l’esaurimento pacifico della Germania”.

Invero però non si ebbe nessuna diretta partecipazione ad attività politiche da parte Jünger, che anzi proprio in quell’anno dette alle stampe Il Cuore Avventuroso, causa di fratture con il mondo nazionalrivoluzionario che accolse con scetticismo quel testo, visto come scelta estetizzante e troppo intellettuale. In realtà già appariva la linea che avrebbe caratterizzato gran parte dell’attività dello scrittore tedesco, perfettamente riassunta nella figura dell’Anarca, che in assoluta solitudine con la sua ascia cerca e traccia sentieri nuovi nella foresta vergine. Saranno poi gli altri, cui la sua ricerca è pur sempre rivolta, a dover trovare quei percorsi, capirli ed eventualmente seguirli.

Bruno e Ernst von Salomon

Bruno von Salomon venne scarcerato dopo pochi mesi per insufficienza di prove ed aderì al DKP vedendo il partito comunista come unica via per la lotta al nemico principale, il capitalismo. Questa scelta lo portò alla rottura con il fratello Ernst con cui non avrà rapporti per una ventina d’anni. Sposò Doris von Schönthan, donna bellissima e animatrice della vita mondana tedesca degli anni ’20, espatriata anche lei come Bruno nel 1933. Partecipò alla guerra di Spagna nelle Brigate Internazionali ed alla resistenza con i partigiani francesi. Nel 1947 Ernst ebbe da Alfred Kantorozicz nuovamente notizie del fratello che viveva in grandi difficoltà in Francia e nel 1949 chiese a Bodo Uhse di andare in soccorso di Bruno (cfr. lettera di E.v.S. a B. Uhse del 28.3.49 in Verwischte Grenze, pag 551, a cura di Claudia Scheufele e Helmut Kiesel Heidelberg 2013). Lo rivide solo nel 1951 quando si recò a Parigi per presentare l’edizione francese de Il Questionario. Trovatolo in terribili difficoltà economiche e con i polmoni irrimediabilmente minati dalla TBC, lo prese e lo riportò in Germania. Bruno von Salomon morirà nel 1954 in una casa di cura. Il suo funerale fu un’occasione per incontrarsi di nuovo con tanti dei sopravvissuti dei circoli nazionalrivoluzionari d’anteguerra e per moltissimi contadini del Landvolkbewegung. Ernst, trattenuto da impegni di lavoro a Monaco non fu presente, c’era invece la moglie Lena. L’orazione funebre fu tenuta da Heinz Liepmann e Klaus Heim.


La lettera di Ernst Junger a Bruno von Salomon

Egregio signor von Salomon!

Le sarei molto grato se di tanto in tanto mi inviasse del materiale sul Landvolk (1) Questo è il primo concreto movimento a cui veramente partecipo. Mi piacerebbe anche per una volta venire nell’Holstein, quando ci fosse qualcosa da vedere lì, per potermi fare un’idea della gente.

Accolgo con favore e come positivo il fatto che questo lavoro costringa i nazionalsocialisti, o almeno i loro leader, a rivelare la loro nascosta essenza borghese. Speriamo che il movimento possa essere mantenuto in una costante e lenta mobilitazione; é ovviamente troppo piccolo per chiedergli di provocare cambiamenti politici su larga scala, e ora non può certo essere sfruttato in questo senso, ma fornisce una chiara luce che permette anche alle menti semplici di poter vedere molto chiaramente gli equivoci in cui viviamo. Le azioni hanno di bello che costringono a prendere una posizione. Qui non si può andare avanti solo con l’attivismo. E’ molto importante possedere i focolai in cui si conserva il fuoco dell’anarchia. Nella situazione attuale una anarchia latente e senza nome ha più valore di aperte esplosioni. E’ molto positivo che al punto in cui vi trovate siano già chiaramente visibili  i contrasti che separano dall’estrema destra il nazionalismo così come noi lo intendiamo. E non c’è dubbio che un giorno questo emergerà in primo piano e solo allora, nel caso di una vittoria di Hitler, Seldte (2) e Hugenberg (3), che significherebbe solo una continuazione della politica estera filooccidentale e della politica interna nazional-borghese, il nostro fronte di battaglia assumerà il suo vero significato. Ma il lavoro preparatorio e la differenziazione possono avvenire già adesso, da un lato attraverso chiarimenti, dall’altro attraverso l’azione.

L’atteggiamento della stampa comunista è del resto sorprendente, queste persone sembrano essere una sorta di agenti volontari di sicurezza dell’autorità statale. Ma almeno lì ho letto cose più apprezzabili che dai nazionalsocialisti.

Cordiali saluti

Il suo devoto EJ

In Werke und Korrispondenz Ernst Jünger in Dialog pag. 185 Revue du Centre de Recherche et de Documentation Ernst Jünger  Belleville

(1)  Landvolk o Landvolkbewegung era chiamato il movimento di protesta dei contadini della Schleswig-Holstein, di cui Bruno von Salomon fu uno dei punti di riferimento, anche come proprietario e redattore dell’omonimo giornale Das Landvolk

(2) Franz Seldte , 1982-1947 , industriale chimico, decorato della I guerra mondiale in cui perse un braccio, fondò l’organizzazione di estrema destra Stahlhelm che nel 1931 confluì nella NSDAP, ministro del lavoro durante il III Reich

(3) Franz Hugenberg 1965 – 1951, giurista, dette vita alla casa editrice Scherl ed esercitò una forte influenza sulla stampa tedesca di destra del primo dopoguerra, aderì alla DNVP Partito Popolare Nazionale tedesco di cui nel 1928 diventò segretario portandolo su posizioni di estrema destra, nel 1929 si alleò con Hitler, ma alle elezioni del 1933 sostenne von Papen, nonostante ciò entrò nel governo Hitler quale Ministro dell’Economia e dell’Agricoltura con l’idea di poterne così frenare l’ascesa.. Nel 1934 fu costretto alle dimissioni e visse durante il III Reich dovendo via via vendere tutte le sue aziende che si occupavano di media

Antonio Chimisso con inedito di Ernst Jünger

Antonio Chimisso con inedito di Ernst Jünger su Barbadillo.it

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