Murales di lotta e libertà nell’Irlanda del Nord, tra indipendentismo e futurismo

La lotta di liberazione degli irlandesi dall’occupazione britannica riletta attraverso la comunicazione visiva politica dei murales nelle strade tra Belfast e Derry: Nicola Guerra, dottore di ricerca dell’Università di Turku in Finlandia, ha realizzato uno studio analitico, fondato su una notevole documentazione fotografica, collegando il fenomeno dei murales indipendentisti al retroterra culturale dei writers che li hanno realizzati. Nell’introduzione al volume, il professor Luigi G. De Anna spiega che “a destra” le vicende dei combattenti irlandesi furono seguite con autentico pathos in quanto considerate “una componente essenziale del grande movimento di liberazione che andava dall’America Latina al Vietnam”. Per i militanti di sodalizi rivoluzionari come “Giovane Europa” e poi del Fronte della Gioventù “l’Irlanda si legava alla grande tradizione celtica, e cioè la sua lotta non era semplicemente un fatto di localismo, ma affondava le sue radici nella comune identità europea, in larga parte fondata proprio sulle radici celtiche delle nostre lingue, della nostra cultura e della nostra spiritualità”.

Guerra, oltre a mettere in luce la sintonia tra la lotta irlandese e quella del popolo palestinese e basco per l’indipendenza, sostiene che i murales nelle Sei Contee ricalchino la tensione politica degli artisti futuristi (“la missione artistica futurista riecheggia nei colori e nelle opere nazionaliste di Belfast e Derry”), partendo dagli studi di Claudia Salaris. “L’arte – scrive Guerra – non può non impegnarsi in una lotta così decisiva per il futuro dell’uomo in una preconizzazione dell’arte-azione che fa dell’artista un militante impegnato nella sua vita e nel suo operato, sul fronte di combattimento contro il passato per l’avvento di un mondo nuovo. Un parallelo col movimento futurista giunge all’osservatore anche dallo spazio naturale di rappresentazione e destinazione dell’arte: il cosmo urbano, la città in movimento”. Lo scrittore toscano ha puntualizzato che il quadro di valori degli irredentisti irlandesi ha punti di contatto con la mistica di Filippo Tommaso Marinetti: il riferimento è all’eroismo, come nel caso del martire per la libertà Bobby Sands e degli Hunger strikers; all’iconografia femminile che rilancia il ruolo della donna che al pari dell’uomo lotta per l’autonomia della comunità e alla visione dell’impegno patriottico come incarnazione della generosità dell’individuo verso il proprio popolo.

Nicola Guerra, L’Ira dei murales

(Eclettica edizioni, 2012; pag. 138 – € 23)

 

* da Il Borghese di giugno 2012

 

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

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