A distanza di tanti anni che cosa resta di quella storica marcia? D’istinto verrebbe da dire molto poco, soprattutto paragonando le linee dottrinarie del peronismo originale con le politiche dell’attuale governo di Alberto Fernandez, molto più simile a una socialdemocrazia annacquata che non alla “tercera posiciòn” teorizzata dal generale. A questo proposito può tornare utile la lettura di “Juan Domingo Peròn”, un agile volume uscito pochi mesi fa e scritto dallo studioso di politica latino-americana Luca Lezzi per la collana Profili delle edizioni Fergen, diretta da Gennaro Malgeri. La prefazione è di Mario Bozzi Sentieri.
Nel libro, Lezzi descrive la parabola politica di Perón, dalla conquista del potere (culminata appunto nella Marcia dei Descamisados) al primo mandato presidenziale; poi il secondo mandato, il golpe, l’esilio e il ritorno finale alla presidenza nel 1973, a fronte però di un Paese profondamente cambiato e di una malattia incipiente. Negli altri capitoli l’autore sviluppa invece alcuni temi specifici: il rapporto con la moglie Evita, vera e propria anima del peronismo più popolare; la dottrina giustizialista, in particolare in relazione con i fascismi europei; l’influenza sugli altri populismi sudamericani e su quelli del XXI secolo, dal venezuelano Chavez al Kirchnerismo argentino. Nelle pagine finali del testo, arricchito da alcune appendici e una cronologia essenziale dei principali avvenimenti, trovano spazio anche audaci confronti che legano Perón a personaggi di differente estrazione come Ernesto “Che” Guevara, Jean Thiriart, Sandino e appunto Hugo Chávez, che forse non a caso aveva un consigliere politico argentino e peronista, il sociologo di origine italiana Norberto Ceresole.
Luca Lezzi presenterà il suo libro nella conferenza “La terza via di Peròn” in programma a Milano il prossimo 21 ottobre. L’incontro, al quale parteciperanno anche Alessio Toniolo, Lorenzo Roselli e Andrea Muratore, si svolgerà alle 18 allo Spazio Ritter, in via Achille Maiocchi 28.