Formula 1. A Verstappen la vittoria fantasma nella farsa belga

Il "Circus" resta vittima dei suoi assurdi regolamenti, annientando un fine settimana che si preannunciava incerto e che invece partorisce il Gran Premio più corto della storia

Verstappen

Dopo la lunga pausa agostana, la Formula 1 torna in pista, nello splendido scenario belga di Spa-Francorchamps, immerso nelle Ardenne, lungo i 7.004 metri più difficili del Circus.

Le prove libere

Sin dal venerdì mattina, intermittenti, sono grandi protagonisti gli scrosci d’acqua, cornice del primato di Bottas nelle FP1, in 1’45”199 e di quello di Verstappen, sia nelle FP2 che nelle FP3 (rispettivamente in 1’44”472 e in 1’56”924).

Le qualifiche

Le gomme da bagnato estremo e le intermedie sono indispensabile anche per le qualifiche, che vedono in gran forma Lando Norris, davanti a tutti in Q1 e Q2 (1’58”301; 1’56”025), poi autore di un brutto incidente nel primo run del Q3, proprio in uscita dalla compressione dell’Eau Rouge; la partenza al palo alla fine se la prende Max Verstappen in 1’59”765, soffiandola di 325 millesimi all’incredibile George Russell sulla Williams (che non partiva così avanti dal 2017), con Hamilton terzo: a posteriori, le qualifiche si riveleranno decisive.

La gara

La pioggia è puntuale anche il giorno della gara: ne fa subito le spese Sergio Perez, che durante il trasferimento sulla griglia perde la vittoria e divelle l’anteriore sinistra contro le barriere a Les Combes, rischiando di non poter prendere parte al via; buon per lui che il clima da tregenda con annesso nubifragio, costringa i commissari a rinviare la partenza di oltre tre ore, quando era evidente che le condizioni non sarebbero migliorate, con appena un paio di tornate completate, valide solo come ricognizione, pur permanendo una scarsissima visibilità: alle 18:17 locali, arriva un ultimo tentativo per un massimo di un’ora di competizione, necessitando questa di almeno 2 giri per assegnare metà punteggio, qualora non se ne fossa raggiunta la distanza del 75%.

Si va dietro la Safety Car ma dopo circa nove minuti (un paio di giri) arriva come una mannaia l’ennesima bandiera rossa che congela definitivamente il Gran Premio, secondo le posizioni della griglia, con punteggio dimezzato, premiando a conti fatti le prove cronometrate (senza nemmeno assegnare il punto bonus del giro più veloce).

Verstappen “vince” su Russell (al primo podio in carriera, podio sul quale la Williams non saliva da oltre quattro stagioni), Hamilton, Ricciardo, Vettel, Gasly, Ocon, Leclerc, Latifi, Sainz.

È incredibile, al di là del desolante teatrino, come ogni volta la Formula 1 invochi a tutti i costi lo spettacolo, salvo poi statuire del “parco chiuso”, ossia quel divieto di metter mano agli assetti a qualifiche ultimate (quando invece proprio in caso di pioggia si dovrebbero, minimo, ammorbidire le sospensioni e alzare il fondo per evitare l’aquaplaning), mentre gli pneumatici da bagnato estremo, che sollevano 85 litri di acqua al secondo a 300 km/h, creano involontariamente dei muri d’acqua, peggiorando ulteriormente la situazione.

Senza invocare necessariamente i pionieri, le corse lungo la Nordschleife, né voler calpestare la sicurezza o mettere in secondo piano gli oneri con gli sponsor e i media, è necessario ripensare le regole (ogni volta che scendono due gocce di pioggia si ripresentano i medesimi problemi), come anche interrogarsi sulla gestione della gara, gara che era evidente sin dal principio non sarebbe mai partita, senza inutili giri di parole, vista tra l’altro la grandissima pazienza dimostrata dai tifosi belgi, assiepati sulle tribune ma che probabilmente nemmeno verranno rimborsati, giacché almeno formalmente il Gran Premio è stato disputato.

La Formula 1 intanto non si ferma e tornerà in pista già la prossima settimana, a Zandvoort, per il Gran Premio d’Olanda che mancava dal 1985 e se nel breve  periodo l’unico imperativo è quello di riscattarsi, per le riflessioni di sorta ci vorrà tempo, tempo che soprattutto servirà per recuperare un minimo di credibilità, ormai pressoché perduta.

@barbadilloit

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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