Gualtiero Jacopetti visto da diplomatici, produttori e dalla figlia Christine

Le testimonianze raccolte da Barbadillo sul celebre cineasta italiano

Gualtiero Jacopetti

Le testimonianze-ricordo del celebre cineasta Gualtiero Jacopetti: dalla figlia agli amici al diplomatico Enrico Granara.

Enrico Granara

Diplomatico a riposo

“Sono passati molti anni da Africa addio. Non riuscii a vederlo per intero: forse, nella mia percezione di allora, affrontava con un linguaggio di verità i disastri della decolonizzazione. Disastri che la mia famiglia e io avevamo vissuto sulla nostra pelle, scontando l’incomprensione e l’isolamento in fase di rimpatrio. Vedere il film per intero sarebbe stato come aggiungere sale sulla ferita”.   

Gioacchino del Balzo

Produttore del Calendario Pirelli 1992-2012

“Bello, affascinante, intelligente, preparato, elegante, Gualtiero Jacopetti aveva il coraggio di esprimere idee e concetti che molti intuivano senza aver il coraggio di dire. E sapeva mettere a nudo le crudeltà e le cattiverie umane, che i benpensanti fingevano di ignorare”.

Giovanni Volpi

Produttore del film Fangio. Una vita a 300 all’ora di Hugh Hudson, scritto da Gualtiero Jacopetti

“Gualtiero Jacopetti è un grande amico, che mi manca molto. Ne saluto il talento e l’inventività. E’ stato un grande giornalista, scarificato per altri, e il vero erede di proprio merito di Indro Montanelli. Mi vanto di averlo conosciuto”. 

La cattedrale di Lincoln, in Uk

Christine Jacopetti

“Mi ricordo Gualtiero a Lincoln per il mio matrimonio. Era il 1995 e da cinque anni non vedevo mio padre, cui George non piaceva. Eppure alle nostre nozze lui venne. La cornice – la cattedrale (quasi) più bella d’Inghilterra – gli piacque e ciò accrebbe la sua stima per George. Da allora ci siamo ritrovati spesso. Si sforzava cdi essere un padre/nonno esemplare. C’è quasi riuscito! Quand’era in Europa, ci faceva visita, stupito che vivessimo in un posto “brutto e freddo”. Ma lo metteva in conto all’amore e ciò gli pareva romantico. 

Nel 1997 abbiamo fatto un grande viaggio. Voleva visitare le Ebridi, perché era uno dei pochi posti dove non fosse stato. Abbiamo dunque preso l’auto e, partendo da Glasgow, abbiamo fatto il giro della Scozia. Tempo magnifico, Ebridi bellissime! Poi siamo saliti lungo la costa fino a Duness, passando da Isle of Sky, visitando anche famosi giardini esotici (scaldati dalla corrente del golfo). Siamo ridiscesi, passando da Inverness, Loch Ness (la storia del mostro, che purtroppo non abbiamo visto, l’affascinava) e Fort William. Abbiamo finito il giro a Edimburgo, finalmente con una buona cena: fish and chips, degustati su un muretto! Coi suoi orrori, la cucina scozzese ci aveva divertito: indimenticabile l’haggis (interiora di pecora tritate) con contorno di zucchine crude alla menta.

Litigavamo anche. Ma negli ultimi dieci anni di vita mi raccontava la sua gioventù: padre duro e dispotico, che fece uccidere il suo cane preferito dal giardiniere; madre molto fredda, che non lo abbracciava mai. Ferite non sanate, che si portava dietro. Eppure sostenne fino alla fine i genitori con amore e aiuto finanziario. Non amava molto i bambini, mi ha dunque commosso che si fosse affezionato a mia figlia, forse perché era buffa e reazionaria come lui… Si spazientiva con persone senza carattere; poteva essere crudele e sprezzante di fronte alla scarsa intelligenza. Ma in fondo era un uomo buono e coraggioso, con molte frustrazioni.

Ammetteva le debolezze e, almeno con me, non cercava scuse. Sapendo di aver fallito come padre, si è sempre rifiutato di chiamarmi quando aveva bisogno di qualcosa o si faceva male. Mi diceva di non aver il diritto di chiedermi niente, anche se mi arrabbiavo quando, mesi dopo un intervento, mi raccontava che tutto era andato bene”.

@barbadilloit

Nicola Caricola

Nicola Caricola su Barbadillo.it

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