Storie. Il capitano Giusto Ferraro delle “Frecce Nere” 

“Mie Frecce Nere! Tutta la Spagna vi ammira, tutta l'Italia vi applaude. A tutti voi, ufficiali e soldati i ringraziamenti e l'elogio di chi ha l' orgogliosa superbia di comandarvi”

Giusto Ferraro nasce a Misilmeri il 5 ottobre 1898 da Filippo e Sole Angela, secondo di 5 figli. Diviene Ufficiale del R.E.I. e nel 1920 evidenzia le sue altissime qualità militari ottenendo la sua prima medaglia in una delle prime missioni dell’ Italia all’estero, con il “Corpo di Spedizione in Anatolia” (Turchia), in qualità di Ufficiale comandante di una sezione di mortai Stokes (dal nome dell’inventore) di produzione britannica e di calibro 76 mm, impiegati dal R.E.I. dal 1918.

Tale onorificenza consiste in una Croce di Guerra al V.M. con la seguente motivazione: Comandante di una sezione Stokes, avuto ordine di recarsi su di una altura, per fiancheggiare le truppe che stavano schierandosi, sebbene improvvisamente attaccato da forze molto superiori e circondato, riusciva a postare le sue armi e ad arrestare per qualche tempo l’avanzata nemica – Altura di Arvalia (Anatolia), 3 Luglio 1920”.

Nel 1930 la famiglia si sposta a Termini Imerese.

Nel 1936/39 scoppia la guerra civile in Spagna, “La cruzada”, fra i nazionalisti anti-marxisti cattolici, noti come Nacionales, ed i Repubblicanos comunisti, anarchici, atei etc., a cui si aggiungono in ambedue gli schieramenti volontari internazionali.

Essa è vista dall’Italia di allora come “crociata per la civiltà europea e per la civiltà cristiana contro la barbarie dei rossi”.

In quei giorni tutto il mondo cattolico pregava per il trionfo della fede cristiana in Spagna.

Giusto Ferraro per testimoniare la sua fede parte con il grado di capitano nella Brigata CC.NN. “Frecce Nere”, reparto inserito nel “Corpo Truppe Volontarie”.

Il distintivo è il fascio littorio sovrastato da uno scudetto con il simbolo della falange (frecce nere) con il motto: “Agredir para vencer” (attaccare per vincere).

La Brig. era composta da elementi italiani e spagnoli: su 161 ufficiali, 72 erano italiani e su 5600 fra sottufficiali e soldati, 500 erano gli italiani.

La composizione della Brig. “Frecce Nere” (Flechas Negras) era costituita da due Reg.ti Badajoz e Merida comandati dal Col. l.g.s. Sandro Piazzoni.

La Brigata entrò in linea il 19 marzo del ’37 passando per Toledo. Nei primi di aprile fu trasferita verso Bilbao e diede il cambio alla 2^ Brigata di Navarra. Il 28 aprile entra in Guernica, la sera del 30 aprile arriva in Bermeo.

La lotta a Bermeo fu durissima, i difensori erano meno di 700 uomini e combatterono valorosamente, tanto che il Mg. Puzzoli fu promosso ten. Col. ed il suo Btg. da allora fu chiamato “Bermeo”.

La “Frecce Nere” ebbe: 50 morti (4 Ufficiali), 232 feriti (13 ufficiali) e 7 dispersi.

E’ in questa occasione che il Cap. Giusto Ferraro si conquista la seconda onorificenza, la M.A.V.M. con la seguente motivazione: “Comandante del settore di compagnia più pericoloso della difesa del Bermeo, respingeva continui e violenti attacchi effettuati da nemico potente e deciso, durante 48 ore, lanciandosi per ben sei volte al contrassalto in testa alla sua Compagnia. Invitato a passare di rincalzo per le gravi perdite subite dal reparto e per lunga permanenza nella zona della lotta più cruenta, chiedeva ed otteneva di rimanere al posto di onore sino al raggiungimento della vittoria – Bermeo 3/3/1938”.

Continua la lotta mortale e progredendo nei combattimenti la Divisione “Flechas” a dicembre si cimenta nella zona di Saragozza.

Nel marzo 1938 le Frecce si portano sul fronte dell’Ebro.

Qui, nella zona nord-est, il nostro Eroe definisce la sua altissima statura di fede e valore militare ed immola la sua vita ottenendo la 3^ onorificenza, la M.O.V.M. alla memoria con la seguente motivazione: “Comandante di una compagnia avanzata, in una giornata di aspro e violento combattimento, portava il proprio reparto alla conquista di importante posizione nemica, con la perizia ed il valore che distingueva ogni sua azione. Notata a poca distanza una mitragliatrice nemica in azione, si lanciava su di essa a colpi di bombe a mano, e malgrado due soli uomini avessero potuto seguirlo nella animosa corsa, veniva però investito in pieno viso da una raffica di mitragliatrice che l’uccideva all’istante stesso di conseguire l’ardimentoso intento – Valjunquera, Spagna 26/3/1938”.

Il capitano delle “Frecce Nere” Giusto Ferraro viene sepolto a Saragozza nel Sacrario di San Antonio de los Italianos e il suo nome inciso su una pietra tombale (successivamente scalpellato da mano ignobile), detto sacrario costituito da una massiccia torre, fu costruito dall’ Italia per custodire le salme dei suoi caduti in Spagna.

Il Comandante Piazzoni dettò alle sue truppe il seguente ordine del giorno:

“Mie Frecce Nere! Tutta la Spagna vi ammira, tutta l’Italia vi applaude. A tutti voi, ufficiali e soldati i ringraziamenti e l’elogio di chi ha l’ orgogliosa superbia di comandarvi”.

La guerra civile spagnola si conclude con la vittoria dei Nazionalisti di Franco.

La stragrande maggioranza della chiesa cattolica salutò la vittoria di Franco come un provvidenziale intervento divino nella storia della Spagna.

Il papa Pio XII parlò di una vera e propria vittoria contro i nemici di Gesù Cristo.

Il Gruppo Medaglie d’Oro e l’Istituto del Nastro Azzurro, tutori del valore e dell’onore dei soldati italiani, conservano nel dovuto rilievo il nome del Cap. Giusto Ferraro.

Il Comune di Termini Imerese il 3 Maggio 1938, XVI anno E.F., gli dedica il ricordo documentando che: “consacrò la vita, contro la barbarie lottando”.

Il Comune di Misilmeri annovera il Cap. “Frecce Nere” Giusto Ferraro tra i suoi Personaggi Illustri. E’ il militare più decorato. Negli anni ’40 gli viene dedicata la via che costeggia la Chiesa Madre in Piazza Comitato mediante l’apposizione di una lapide marmorea, che a tutt’oggi presidia la roccaforte di fede.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

Il Comune di Palermo onora l’Eroe Giusto Ferraro intitolandogli adeguatamente una Via nel rione delle Medaglie d’ Oro.

Il tributo italiano alla guerra civile spagnola fu di oltre 3300 caduti e di più di 11000 feriti.

Misilmeri cattolica e fascista diede il suo prezioso contributo di sangue per la liberazione di Spagna dal comunismo ateo donando 2 suoi figli: Cap. Giusto Ferraro e soldato Di Fede Giusto nato a Misilmeri il 18/12/1913 e morto il 22/7/37 sulla quota 584 di Sancidillo di Barbesia e seppellito a Ontanella T.14.

Le ricompense d’oro attribuite ai legionari provenienti dalla M.V.S.N., allora quarta Forza Armata dello Stato, guadagnate in Spagna dai mobilitati dalle Legioni CC.NN., sono 33.

Il loro ricordo è nel cuore degli Italiani dabbene.

In ogni paese della Spagna è stato eretto un monumento ai caduti della guerra civile con la croce e la scritta:« Par Dios y par Hispana » (Morti per Dio e per la Spagna).

Il governo spagnolo fa costruire tra il 1940 e il 1958 una basilica sotterranea nella “Valle de los Caidos” nella Sierra de Guadarrama, per onorare tutti i morti, sia repubblicani che falangisti, caduti durante la guerra civile. Le salme di questi caduti trovano sepoltura all’interno della basilica.

Con la costruzione di questo monumento il governo spagnolo manifestò una volontà politica di pacificazione nazionale, onorando tutti i caduti, da qualunque parte essi avessero combattuto.«Solo chi è animato da una fede e combatte per un’idea non misura l’entità del sacrificio ».

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Paolo Francesco Lo Dico

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