Shakespeare e Dante? Due pericolosi precursori del nazionalsocialismo (per i sacerdoti del pensiero unico)

Le follie del "politicamente corretto". C'è chi vuol metterli al bando, chi vuol riscrivere le loro opere in maniera "moderna". Le iniziative della "cancel culture" contro Quintiliano, Tacito, Voltaire, Kant, Hegel, la Chiesa cattolica, Martin Lutero, Wagner, Dostoewskij, Marlowe, Yeats, Céline. Quanto era più democratica e imparziale l'Inquisizione spagnola...

Dante Alighieri

Shakespeare? Meglio non leggerlo, anzi censurarlo perché antisemita, forse antesignano del nazionalsocialismo… Sembra uno scherzo ma in Gran Bretagna ha cercato di far passare questa idea uno scrittore inglese di libri per ragazzi, Michael Bridge Morpurgo, 77 anni. Sono sorte polemiche e in seguito Bridge Morpurgo ha corretto il tiro sostenendo, in un’intervista rilasciata a un quotidiano britannico, che non è vero che ha deciso di censurare alcune commedie o tragedie del Bardo inglese, in particolare Il mercante di Venezia. Dietrofront forse determinato dalle polemiche.

Resta il fatto che questa infelice “uscita” è frutto di una malattia tipica del mondo postmoderno: il politicamente corretto. Nel suo nome si vogliono cancellare la civiltà, le idee dei grandi della letteratura, della politica, della filosofia, con lo scopo di riscrivere il loro pensiero, costruendo una realtà inventata, falsa ma su misura della società che la sinistra e i paladini dei cosiddetti “diritti umani” intendono realizzare. Bridge Morpurgo, del resto, sta scrivendo un libro che sarà intitolato Tales from Shakespeare (“Racconti di Shakespeare”) e non si sa se fino alla fine censurerà a modo suo il grande scrittore o meno. Per ora vuole solo “modernizzare l’autore inglese” per renderlo più attraente. Insomma, con la matita blu e rossa vuole correggere il pur bravo William… A un altro quotidiano inglese l’autore ha riferito che dopo aver letto Il mercante di Venezia ha pensato di non riproporlo ai giovani perché narra di un usuraio ebreo veneziano, Shylock, che potrebbe “fomentare pregiudizi verso gli ebrei”. Per questo, lo scrittore ha detto che l’opera di Shakespeare “non è un’opera teatrale che mi diverta. Non mi sono rifutato di includere il dramma – ha affermato – perché nessuno mi ha detto di farlo. Ho deciso io le dieci commedie da inserire”. Insomma, alcune fra le maggiori opere della cultura occidentale devono essere corrette o cancellate, non conosciute. “È vile non affrontare la grande letteratura – ha detto in difesa del Bardo Chris McGovern, presidente della ‘campagna per la Vera Istruzione’ – Ovviamente ci sarà molto di cui essere offesi in Shakespeare ma i bambini non vogliono essere protetti quando leggono la grande letteratura”.

Nei confronti di Shakespeare l’avvertimento a non lasciarsi coinvolgere dai contenuti delle sue commedie fu già lanciato tre anni fa per la Commedia degli errori e per il Tito Andronico storia di vendetta e potere perché la storia, che finisce in un bagno di sangue, avrebbe incluso contenuti di violenza sessuale, maschilismo ecc. In precedenza nel mirino del politicamente corretto ci furono Le Baccanti e Ippolito di Euripide. Negli Usa, il politicamente corretto raggiunge il parossismo, comprendendo il ridicolo, ma è più comprensibile. Negli Usa una vera e propria cultura non esiste, è tutto frutto dell’interpretazione del momento, l’interpretazione degli scrittori e delle loro idee è sempre basata sulle idee contemporanee, un filtro che non permette di comprendere la grande cultura antica, medievale, moderna e soprattutto finisce per ottundere il senso critico. Alla Columbia University il “Comitato di vigilanza sul multiculturalismo” chiese, anni fa, la rimozione dai programmi delle opere di Ovidio, perché le sue Metamorfosi è “un testo che al pari di molti libri del ‘canone occidentale’ contiene materiale offensivo”. Di recente il volume della Mitchell, Via col vento, è stato accusato di razzismo e non politicamente corretto. Mentre Huckleberry Finn di Mark Twain è stato tolto dai programmi perché “antisemita”. Insomma, una sorta di Inquisizione e censura dei maggiori autori, di una messa all’indice per cancellare, sotto accuse false, il meglio della cultura europea.

È una “revisione” che ha coinvolto, un paio d’anni fa, anche il nostro Dante Alighieri.

Il padre della cultura italiana fu accusato di essere antisemita, omofobo e islamofobo. Più nemico del politicamente corretto di così… L’associazione Gherish92 nel 2019 propose di bandire Dante dalle scuole perché l’“esempio emblematico” di antisemitismo e discriminazione religiosa è la Divina Commedia. Il riferimento è alle pene alle quali sono sottoposti Giuda, Maometto, i sodomiti. E il canto V del Paradiso (“...Se mala cupidigia altro vi grida, uomini siate, e non pecore matte, sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida!…”) trasuderebbe razzismo. Giuda era confinato nella Giudecca, da Dante, in quanto traditore di Gesù, non perché ebreo e Maometto (XXVIII canto dell’Inferno), fra i seminatori di discordie perché eretico, non perché di altra religione.

Il problema non è l’antisemitismo, il razzismo, ma la necessità e capacità di contestualizzare certi atteggiamenti, certe credenze, senza giudicarli in base ai parametri di oggi che non hanno alcun senso se rapportati a fatti di secoli o millenni fa. La discriminazione di un uomo o di un popolo in quanto tale non ha senso, è da contrastare, ma nelle dinamiche politiche e sociali di certi periodi storici aveva un significato per alcuni uomini e per certi popoli. Secondo il “politicamente corretto”, allora, andrebbe cancellata almeno la metà della cultura europea se non di più. Antisemiti erano Seneca, l’imperatore Claudio, Quintiliano, Tacito, Voltaire, Kant, Hegel, tutto un ampio filone della Chiesa cattolica, Martin Lutero, Wagner, Dostoewskij, Marlowe, Yeats, Céline., ecc. Tutti da cancellare o da riscriverli facendogli dire altro? Sono autori e opere che vanno contestualizzati, e spesso il “politicamente corretto” fa passare per razzismo espressioni e situazioni che non lo sono affatto. Perfino la Disney britannica ha deciso di ritirare alcuni film di cartoni animati dalla distribuzione perché conterrebbero narrazioni razziste. Razzisti Topolino, Dumbo, gli Aristogatti, Peter Pan, Pippo e Paperino, Robinson, il libro della giungla, Lilli e il vagabondo. Conterrebbero razzismo, discriminazioni ecc..

Il razzismo, l’antisemitismo, sono un pretesto. In realtà, sono i valori europei e la cultura europea che sono sotto attacco e si intendono cancellare. È proprio vero, in tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Manlio Triggiani

Manlio Triggiani su Barbadillo.it

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