“I leggeri di Nairobi”: un viaggio in Africa o (con ironia visionaria) nelle viscere del capitalismo globale

Un racconto celianiano di Marco Ciriello che passa dalla letteratura legata ai cammini nel mondo alla geopolitica con una scrittura potente e immaginifica

Un particolare della copertina de "I leggeri ri Nairobi"

I leggeri di Nairobi

Nairobi, l’Africa, la corsa sportiva come riscatto per i popoli. E poi la scommessa di una società americana su un giovane talento keniota, il padre che spiazza definendo i figli neri “due schiavi appena scappati da prigione”. C’è rito celiniano, come musica di sottofondo, ne “I leggeri di Nairobi” di Marco Ciriello, scrittore dalla parola acuminata, meridiano eppure con il dono della potenza nibelungica.

Nulla è come appare nella fascinazione letteraria di Ciriello. La storia del maratoneta ragazzino, Muhammad Ali è il filo rosso che tiene un racconto sull’Occidente visto dall’Africa, dove carne e risorse naturali sono oggetto di un mercatismo che non lascia spazio nemmeno a brandelli di umanità.

I personaggi del romanzo sono un mosaico colorato, pezzi di un puzzle che rimanda a citazioni letterarie raffinate e richiami storici. Nelle pagine c’è l’occhio del viaggiatore e la tenerezza di chi sa raccontare la dignità di chi possiede solo il proprio onore.

“Scrivere è proprio guardare altrove”: quasi un aforisma pronunciato da un protagonista, ma in realtà è la bussola della letteratura di Ciriello, che taglia più generi letterari e ha il dono raro di una scrittura sintetica, di vergare piccoli capitoli pieni di senso, andando incontro quasi beffardamente all’evoluzione del nostro tempo, dove si legge (e ci si concentra) solo per lo spazio di un post.

La geopolitica è dappertutto. E anche nel romanzo di Ciriello. Ne “I leggeri di Nairobi”, ci sono gli Usa, la Cina, il Giappone con l vetrina olimpica, la Russia, e soprattutto l’Africa, nella quale è in atto ormai da anni una nuova corsa neocoloniale, con metodi spregiudicati, nella quale è marginale l’Italia, che in quelle terre lontane aveva introdotto una versione di multiculturalismo ante-litteram nel Ventennio.

Un romanzo di Ciriello è dunque un romanzo di viaggio, con gli occhi di un narratore intimamente meridiano, un poeta a suo agio nel Sud del Mondo. O del Sud del Sud dei Santi, che ci riporta alle folgorazioni di Carmelo Bene.

* “I leggeri di Nairobi”, di Marco Ciriello,pp. 154, euro 14, Rubbettino editore

 

Michele De Feudis

Michele De Feudis su Barbadillo.it

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