Corsivi. Limonov, cult della letteratura (senza passare per Hollywood)

Ed Limonov

Non amava fare psicanalisi relativamente ai suoi romanzi, né soprattutto all’interno di essi. Eppure, prima di rinascere, ogni volta in una veste diversa, Eduard Limonov ha affrontato l’abisso. L’Ucraina, zona industriale (titolo della sua autobiografia),  periferia estrema, futurismo in salsa sovietica come le poesie, i componimenti che urla da esule a New York, l’aria da intellettuale, il taglio a spazzola, un punk dell’esistenza che con l’esistenzialismo era solito lavarsi gli anfibi dopo che spudoratamente ha deciso di contraddire Putin. Da destra, però, con il partito L’Altra Russia, di ispirazione nazional-bolscevica, rifacendosi alle idee di Dugin. Emmanuel Carrere, autoproclamatosi punto cardine editoriale per il nostro, ne ha trascritto la vita nella biografia “Limonov” che, senza alcuna traccia di moralismo di sorta, entra nel pantheon culturale occidentale, pubblicato in italiano per Adelphi.

Un poeta, un artista, un militante, per alcuni un cazzaro, un punk, un pirata, Eduard Limonov è stato il solco, il graffio che ha trasposto in letteratura l’acido, l’elettricità e l’inquietudine di diverse dimensioni personali. Senza passare per Hollywood. E ora sarà alle prese con l’ultimo, di abisso.

@barbadilloit

Stefano Sacchetti

Stefano Sacchetti su Barbadillo.it

Exit mobile version