L’intervista (di A. Di Mauro). Federico Goglio: “Adam, Ferrogallico e il fumetto non conforme”

Il bilancio del decennio appena concluso non si può non annoverare la nascita di una casa editrice che rappresenta un unicum nel panorama pur vivace dell’editoria non conformista. Parliamo di Ferrogallico, casa editrice specializzata nel fumetto d’autore, un genere da sempre orientato graniticamente a sinistra.

Non ci sorprende quindi che ogni uscita delle graphic novel proposte da questa giovane e pregevole etichetta sia accompagnata da un polverone di polemiche sollevato dal mainstream. L’ultima stucchevole querelle riguarda Adam, una storia scritta da Francesco Borgonovo – vice direttore de La Verità e tra le prime firme anche del nostro Candido – che avvalendosi dei disegni di Giuseppe Rava, ci propone una lettura del fenomeno dei migranti da un punto di vista diverso rispetto a quello cui i media ci hanno abituato. Parte da qui la nostra chiacchierata con Federico Goglio, direttore editoriale di Ferrogallico, giornalista, cantautore e vecchia conoscenza di Candido.

 

Dunque Federico, dei migranti ne possono parlare solo i colleghi di Repubblica? Cosa c’è nel vostro fumetto di tanto fastidioso?

Adam è stato attaccato sulla base di una pura pregiudiziale ideologica. In questo caso possiamo affermarlo senza tema di smentita per il semplice fatto che la polemica sull’opera sia nata addirittura prima della sua uscita.

A scatenarla è bastata la semplice anticipazione della copertina sul quotidiano La Verità che è stato nostro partner editoriale per la realizzazione del fumetto. è evidente, quindi, che gli ambienti autoreferenziali del pensiero unico dominante non considerano Ferrogallico, il quotidiano di Belpietro e il suo vicedirettore Borgonovo – autore della sceneggiatura dell’opera – titolati a parlare di un tema epocale, sociologico, antropologico, come quello delle grandi migrazioni di massa. Possono parlarne solo loro e quelli che sono allineati con le posizioni del mainstream.

Sulla base di questa pregiudiziale il nostro prodotto è stato tacciato addirittura di razzismo prima ancora di essere letto. In realtà, nella storia di Adam (ispirata anche da diversi fatti di cronoca) emerge chiaramente che lo stesso protagonista – un immigrato con una vita segnata da varie forme di violenza, sradicato dal suo Paese d’origine e catapultato in uncontesto culturalmente molto distante dal suo in cui non riesce ad integrarsi – è una delle principali vittime del sistema dell’immigrazione incontrollata.

 

Non è che, al di là del contenuto, le antipatie catalizzate da Adam abbiano a che fare anche con il contenitore? Per dirla meglio: è possibile che a un certo ambiente dia fastidio che la cultura “non conformista” occupi un segmento – come quello dei comics – che quell’ambiente monopolizza da sempre?

Noi ne siamo assolutamente convinti. Ogni volta che esce un nostro fumetto, dal versante progressista si scatenano rumors e polemiche anche feroci. Cosa che invece non accade quando gli stessi temi – con contenuti ispirati da punti di vista vicini ai nostri – sono trattati con la formula editoriale classica del libro. Pare evidente che i protagonisti di quell’ambiente, cui fate riferimento nella domanda, non si aspettavano che qualcuno potesse invadere il loro territorio.

Ma, soprattutto, non si aspettavano – e questo è l’aspetto più importante – di doversi confrontare con un competitor credibile: una realtà presente in tutte le librerie – grazie alla distribuzione nazionale affidata alla Mondadori e a LibroCo – e nelle principali fumetterie con Panini e StarShop.

 

Li avete colti impreparati?

è probabile. Questo spiegherebbe certe reazioni scomposte…

 

È possibile fare un bilancio dell’anno appena concluso? Sono usciti diversi titoli importanti tra i quali il tuo Mishima che ci sembra stia riscuotendo un notevole successo…

è stato un anno di grandi soddisfazioni. Siamo orgogliosi di informarvi che proprio in queste ultime settimane la Regione Veneto ha ricevuto le copie dell’edizione speciale di Foiba Rossa – il racconto a fumetti del sacrificio di Norma Cossetto – che a Febbraio saranno regalate a tutte le classi di terza delle scuole medie della regione. Un’iniziativa unica ai fini della divulgazione di una pagina tragica della nostra storia nazionale, per troppo tempo occultata a causa di odiose ragioni ideologiche.

Su Mishima, ovviamente, sconto un piccolo conflitto di interessi essendo in questo caso anche l’autore. Quest’opera la volevamo fin dalla fondazione della casa editrice: dopo due lunghi anni di incubazione è così nato il primo fumetto al mondo dedicato a Yukio Mishima, scrittore cui io ho dedicato gran parte della mia vita. Credo che tutta questa ricerca, vicinanza, sintonia si percepisca. E la prima risposta delle librerie è stata molto buona. C’è un vivo interesse addirittura dal Giappone.

Chissà che non si riesca a portare questo fumetto proprio nella patria di Mishima. Ci stiamo lavorando…

 

Chiudiamo con il futuro. Quali sono i progetti per il nuovo anno?

Le idee in cantiere sono tante. Vi posso anticipare, in esclusiva, che il 10 di Febbraio – in occasione del Giorno del Ricordo – uscirà l’autobiografia a fumetti dell’ex campione di boxe, istriano di nascita, Nino Benvenuti, scritta in collaborazione con Mauro Grimaldi e disegnata da Giuseppe Botte. Se nel 2019, con Foiba Rossa, abbiamo raccontato la tragedia delle Foibe, quest’anno abbiamo deciso di concentrarci sull’esodo degli italiani d’Istria e Dalmazia, raccontando la storia, in chiave positiva, di un esule che ottiene il riscatto, per sé e per la sua gente. L’opera – Nino Benvenuti, il mio esodo dall’Istria – sarà presentata ufficialmente in Senato, sempre nel corso della settimana del Ricordo.

 *Da Candido di gennaio 2020

Alessio Di Mauro*

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