Effemeridi. 29 Dicembre 1890. La strage di Sioux firmata dagli yankee a Wounded Knee

La strage di indiani a Wounded Knee

Durante la marcia di trasferimento di una tribù di Lakota Sioux da una riserva lungo il fiume Cheyenne, nella quale le condizioni di vita erano divenute intollerabili, verso Pine Ridge dove si stava sviluppando la “Danza degli spiriti”, un movimento religioso che sognava di tornare alle fonti della cultura precedenti all’invasione dei bianchi, fu intercettata da un reparto di Cavalleria, il 7° Reggimento, proprio quello che anni prima era stato sconfitto dagli indiani di Toro Seduto a Little Big Horn.

Stanchi, infreddoliti, con il loro capo, Piede Grosso, malato; gli indiani si accamparono pacificamente a Wounded Knee Creek.  Durante la notte il comandante degli yankee, Colonnello Forsyth, fece piazzare tutto intorno al campo indiano, cannoni e mitragliatrici.

Quando, al mattino, gli indiani iniziarono a fare una danza rituale, i blu, che erano nel frattempo entrati nel campo, ordinarono di cessare la danza.

Il gesto di uno degli indiani – pare l’aver lanciato una manciata di terra come prevedeva il rituale che stavano facendo – fu interpretato come un segnale o una provocazione e iniziò la mattanza.

Sul terreno, secondo la versione ufficiale, restarono 153 indiani, donne e bambini compresi (ma pare che il numero delle vittime sia stato molto maggiore).

Coloro che erano feriti furono finiti o lasciati morire assiderati nel gelido inverno.

Il Governo americano decorò gli ufficiali del 7° Cavalleria che avevano compiuto la strage.

Una considerazione finale sulle stragi dei nativi americani, mi sia consentita.

Alle esagerazioni propagandistiche dei genocidi spacciate per oro colato storico ci siamo abituati e quindi può fare forse poco effetto la cifra che lo storico americano David Stannard, docente nell’Università delle Hawaii computò nel suo studio del 1992 (divenuto un classico) per l’”Olocausto americano”, definito “il più grande genocidio della storia”, in 100 milioni di morti in cinque secoli.

Ancorché enorme e sicuramente basata su calcoli statistici tutti teorici, anche dimezzandola o riducendola ancora, la cifra resta impressionante, almeno per chi scrive questa nota, per il quale, il tentativo di cancellare una cultura, una lingua e un’etnia non può avere alcuna giustificazione al mondo.

Da sempre schierato con le minoranze e dalla parte dei “perdenti”, fin da bambino sono stato dalla parte degli “indiani pellerossa” contro quelle maledette giubbe blu” glorificate dalla cinematografia hollywoodiana, almeno fino a “Il piccolo grande uomo” del regista Arthur Penn.

Del resto, anche senza andare a scomodare le stragi dei conquistadores, i coloni del Nord America, i Padri Pellegrini del New England, all’origine della mentalità WASP, o la sistematica eliminazione delle tribù indiane nell’800, basterebbe citare la pulizia etnica effettuata negli anni Trenta del XX secolo, proprio mentre gli USA facevano la morale al Terzo Reich.

Lo rivelò nel 1999 la prof. Nancy Gallengher nel suo studio “Breeding Better Vermoners: The Eugenetics Project in the Green Mountain State” (“Generare abitanti migliori nel Vermont: il progetto eugenetico nello Stato delle Montagne Verdi”), pubblicato dopo aver raccolto i documenti dello Stato del Vermont, relativi alla silenziosa strage degli Abenaki, la tribù indiana sterilizzata in seguito allo studio del Gruppo di lavoro coordinato dall’antropologo prof. Henry F. Perkins che si occupò di schedare la comunità indiana, individuando persone definite “deboli di corpo e di mente” (epilettici, diabetici, malati di mente, “carenti mentalmente”, deformi, etc.).

Lavoro che portò nel 1931 all’approvazione di una legge, la Vermont’s Sterilization Law.

Tra gli individui da sterilizzare, in base a quello studio che si occupò anche di ricostruire gli alberi genealogici, finirono anche coloro che si erano incrociati con gli Abenaki.

In soldoni, la prof. Gallengher trovò le schede di “soli” 212 sterilizzati, ma il numero reale sarebbe molto, ma molto, maggiore.

Comunque, tranquilli, quella legge del 1931 è stata abolita ….. nel 1956, proprio l’anno della morte del prof. Perkins.

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Amerino Griffini

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