Un’edizione rilegata con oltre 200 pagine, testi extra e bozzetti preparatori. Un’opera in cinque parti, più un prologo ed un epilogo, che si sviluppa circolarmente, come la vita stessa di Mishima, che vive nell’immaginario della morte come risurrezione ad un’eternità più grande e manifesta che si fa esempio per un popolo, così come l’ha concepita l’autore, Federico Goglio: “Meticolosamente, giorno dopo giorno, anno dopo anno, Mishima aveva pianificato il suo terribile Seppuku. Come in un film, scritto, diretto e interpretato da lui stesso, tutto era stato previsto. Per quasi dieci anni aveva pensato a quel momento, “immaginandolo da fuori”, “guardandosi” da fuori come spettatore accorso a godersi lo show, la prima di un capolavoro tanto atteso. La notte prima del Seppuku è più che probabile che avesse preso sonno difficilmente. Cosa accadde, però, nessuno può saperlo. Con questo libro ho cercato di immaginare l’uomo prossimo al finale, all’ultimo atto, preda dei ricordi di una straordinaria vita. Il Giappone doveva aprire gli occhi, vergognandosi per un’identità perduta giorno dopo giorno, e ammettere almeno per un istante che Yukio Mishima fosse il suo ultimo, autentico figlio. Quel Seppuku non era altro che la sconcertante voce della coscienza nazionale”.