Napoli. Teatro Mercadante, Rispo scrive a Isotta: “Articolo inutile”. La replica: “Si dedichi a Pindaro”

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Patrizio Rispo all’articolo apparso su Libero Quotidiano del 3.7.2019 e da noi ripreso Cultura (di P. Isotta). Così i giochi della politica travolgono il Teatro Stabile di Napoli. 

Di seguito alla missiva dell’attore napoletano, la controreplica di Paolo Isotta. 

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Egregio dott. Paolo Isotta,

Ho letto e solo perché nella mia rassegna stampa il suo inutile articolo sulla questione del rinnovo del Direttore del teatro Nazionale Mercadante, che poi questione non è, ma solo un normale avvicendamento dell’incarico da affidare per continuare a far crescere il nostro Teatro in continuità con quanto fatto dal mio amico Luca de Fusco.

Le scrivo solo per precisare riguardo la sua superflua e sgradevole parentesi nei miei riguardi, nella quale Lei fa anche riferimento alla mia poca conoscenza dell’italiano e del napoletano (e ha tralasciato l’inglese e il francese che conosco sicuramente non come lei), che sono sorpreso perché non avendo il piacere di averla mai conosciuta e sapendo che non ha letto né miei romanzi né miei saggi, visto che ho avuto il pudore di non scriverli, non capisco come possa giudicare il mio livello culturale, devo pensare che le sia stato suggerito da qualcuno…in punta di penna?

In rete trova facilmente la mia carriera scolastica ed il mio CV artistico.

A proposito del corretto italiano che ha usato nel suo articolo leggo:

“nel periodo che essendosi incendiato il teatro di corte…il sommo architetto…lo ricostruì” e ancora “Ma sentendosi investito di un ruolo pubblico, debbo elogiarlo…” qui c’è un cambio di soggetto tra la proposizione principale e quella secondaria. Corretto sarebbe o scrivere “sentendosi investito di un ruolo pubblico, dovrebbe essere elogiato…” oppure “essendo lui investito di un ruolo pubblico, debbo elogiarlo” (perché in questo caso la prima frase è impersonale e quindi la seconda può essere in prima persona…tutt’al più “bisogna elogiarlo” mantenendo la forma impersonale.

Grazie per l’attenzione

Patrizio Rispo

P.S. Non sempre una ricca cultura è sufficiente a rendere colta una persona

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Caro Rispo,

La ringrazio per la precisante missiva.

Debbo correggerLa su due punti. Primo. Ella mi chiama “dott”, titolo che si dà abitualmente ai giornalisti. Ma io non sono laureato (onde il “dott” non mi spetta) né giornalista. Secondo. Noi ci siamo incontrati; e infatti tra i Suoi titoli di merito avevo dimenticato di citare l’urbanità dei modi. Eravamo al Teatro Mercadante, in occasione de Il piacere dell’onestà interpretato dal Suo grande collega (posso?) Pippo Pattavina. Il mio conoscente Marco Tullio Giordana fece la presentazione. All’udire “Il maestro Paolo Isotta”, Ella si rivolse a me: “Ma io te saccio, a tte, tu tiene ‘na faccia canosciuta, Me pare che stai a Roma e ffai ‘e ccumparsate, è ‘o vero?”. In molti l’hanno udito. Io assentii.

La ringrazio anche per le correzioni di italiano. Sono così utili che, in contemplazione di una sperata amicizia, oso chiederLe un grande favore. A fine novembre debbo consegnare al mio editore un libro lungo e impegnativo: impegnativo, dico, per me, per i miei poveri mezzi. Vorrebbe Ella leggerlo prima che lo licenzi, per darmi consigli di forma e sostanza?

Infine. Il Suo grande collega (posso?) Roberto Herlitzka ha appena pubblicato la sua traduzione di quattro sui sei Libri del De rerum natura. Perché non completa Ella il lavoro, con i due mancanti? O forse preferisce dedicarsi alle Odi di Pindaro, la sublimità di quel greco-dorico attagliandosi ancor meglio al lessico di Un posto al sole?

Un caro e grato saluto.

Dev.mo

Paolo Isotta

@barbadilloit

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