#Dante Day. Dedichiamo al grande fiorentino una giornata. La proposta lanciata dal Corriere

Dante Alighieri
Dante Alighieri

Perché gli italiani non commemorano i grandi? Da Dublino a Parigi, ogni anno, ricorre il Bloomsday, giorno dedicato al personaggio di Joyce. Il 23 aprile, a Barcellona, in occasione della festa del libro, celebrano la giornata dei classici, il giorno di Shakespeare, Cervantes, de la Vega. Altri appuntamenti europei scandiscono i forti legami tra storia letteraria e territori. In questi giorni è aperta la discussione sull’assenza di un Danteday.  Istituzioni culturali, studiosi, il Corriere della Sera, con Paolo di Stefano: tante voci dicono che l’Italia ha l’occasione per celebrare la sua storia letteraria. Un impegno questo da far crescere e, peraltro, i Parchi letterari vanno avanti da anni nella giusta direzione per valorizzare il rapporto tra letteratura e territorio. Ora però c’è da lanciare la giornata di Dante Alighieri come evento nazionale, come legame perenne con la tradizione letteraria.

Non stiamo qui a ripetere le solite cose, cioè: per troppo tempo forti movimenti culturali hanno disintegrato il concetto di tradizione e dopo hanno cancellato pagine di storia e letteratura. Invece indichiamo l’idea di scrivere un calendario annuale attraverso la memoria dei grandi artisti. Il valore del poeta fiorentino può dare avvio ad una politica che incentivi iniziative culturali, che individui #ilgiornodiDante, che rimetta al centro la triade  memoria/identità/territorio.

Diverse istituzioni culturali, che divulgano l’opera dell’immenso artista, si sono dichiarate favorevoli all’iniziativa. Forse l’unico problema è questo: le voci in servizio permanente ideologico comincerebbero col dire che Dante Alighieri è cristiano, che una giornata così identitaria non avrebbe senso in una società multi-culturale; e con tale ragionamento rovinerebbero la festa.

Tuttavia una stagione culturale emblematicamente avviata dal Danteday vuole dire tanto. Primo: è il momento di dare nuove energie  agli eventi collegati alla storia della letteratura. Secondo: #lagiornatadiDante dice che l’Alighieri  è ancora l’autobiografia di una nazione, un intellettuale con una visione politica tesa a sbloccare la crisi italiana tra il XIII e il XIV secolo. Terzo: in attesa del settecentesimo anniversario della morte (1321/2021), Dante Alighieri ripete che l’orgoglio italiano non è esaurito mentre il paese soffre e non cresce. La ‘Divina commedia’ rimane tra i libri più stampati nel mondo e la statua del poeta, nella cinese Tianjin, brilla sempre tra i palazzoni, sotto le nuvole grigie di un affannato cielo d’oriente.

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Renato de Robertis

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