La storia. Quando Patty Pravo imparò la forza del silenzio dal fascista Ezra Pound (a Venezia)

Patty Pravo e Ezra Pound

La divina Patty Pravo tesse un elogio del silenzio in una intervista rilasciata a Robinson di Repubblica. E lo fa ricordando il suo rapporto con Ezra Pound, conosciuto a Venezia. Il silenzio, per la Pravo, aiuta “ad autosospendersi dal mondo. Un esercizio di purificazione. Mi accade ogni tanto di desiderare il silenzio sotto qualunque forma si manifesti: un viaggio da sola, una sosta in un luogo sconosciuto o, magari, essere semplicemente davanti a un uomo che ti guarda e tace. Questo mi fa tornare in mente un episodio”. E qui c’è il ritorno alla adolescenza. Con Ezra Pound.

Con il sommo poeta fascista che sembrava Jimi Hendrix

“Ormai adolescente a Venezia, dove sono nata e dove ho vissuto, incrociai una coppia piuttosto anziana. Procedeva lentamente. Non sapevo chi fosse. Lei guardandomi mi sorrise. Lui sembrava un Jimi Hendrix invecchiato: i capelli erano una torre scomposta di riccioli, la barba rada e il pizzo gli davano un’aria mefistofelica. Lui era Ezra Pound e lei Olga Rudge, la compagna dell’uomo che non parlava mai. Mangiammo un gelato. (…) Conservai quel ricordo come una preziosa gemma veneziana”.

L’alternativa ai rumori della modernità

Pound ha attraversato il novecento come una intelligenza scomoda, come un irregolare. Al tempo degli incontri con la Pravo aveva già vissuto il fascismo da protagonista e la detenzione in America, simbolo della distanza dalla civiltà che avevano in certi frangenti gli statunitensi. Il segno nella storia lo aveva già lasciato con le sue poesie, con i suoi Cantos. Il silenzio era così forte come un urlo. Era l’affermazione di una distanza e di una scelta di non allinearsi. Mai. Restando fedeli sempre alla poesia e alla propria linea ideale.

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