Focus Western. L’epopea dell’infallibile pistolero Wild Bill Hickoc

Wild Bill Hickoc
Wild Bill Hickoc

Il suo vero nome era James Butler Hickok (1837 1876) soprannominato “Wild Bill” e fu uno dei pochi autentici pistoleri del West. Fu guida, corriere del Pony Express e infine sceriffo, la sua fama fu dovuta a un’intervista rilasciata a un giornale dell’Est in cui raccontava lo scontro a fuoco contro la banda Mac Canles.

Da quell’episodio nacquero un gran numero di Dime Novels . I capelli lunghi, le pistole portate con il calcio rivolto all’esterno e la velocità nell’estrarre e sparare crearono attorno a lui un alone di leggenda. A differenza di altri Wild Bill non diventò ricco, fu ucciso a tradimento alle spalle da John Mac Call (1852 – 1877) in un saloon a Deadwood nel 1876 mentre giocava a carte. Si dice che la combinazione nota come “La Mano del Morto” che nel gergo del poker indica una doppia coppia “nera” composta da due assi e due otto di picche e di fiori, tragga origine proprio dalla combinazione che aveva in quel momento in mano Wild Bill, una regina, due otto e due assi. Con queste premesse divenne un mito del cinema.

Nel 1913 uscì The Pioneer Peacemaker, nel 1923 uscì Wild Bill Hickok diretto da Clifton Smith, con William S. Hart, nel 1926 uscì The Last Frontier diretto da George B. Seitz, con J. Farrell Mac Donald, del 1938 è il film The Great Adventures of Wild Bill Hickok diretto da Sam Nelson e Mack Wright, con Bill Elliott, nel 1940 abbiamo The Return of Wild Bill diretto da Joseph H. Lewis e interpretato sempre da Bill Elliot.

Una versione di certo non realistica ma rimarchevole è in La conquista del West diretto da Cecil B. De Mille, con Gary Cooper nella parte improbabile del pistolero Wild Bill in cui si narra una irrealistica storia d’amore con Calamity Jane interpretata da Jean Arthur. Si tratta di un film che ricerca l’epica della Frontiera attraverso i personaggi famosi come Wild Bill e Buffalo Bill. Non poteva mancare la storia d’amore equilibrata anche dall’amicizia virile che è il cardine di tutti i film western. Improbabile la scena quando Wild Bill cade ucciso a tradimento stringendo l’orologio con l’effigie di Calamity Jane, il che è una cosa alquanto improbabile perché dalle foto reali di Martha Jane Canary emerge che fosse un maschiaccio e che preferisse le donne. Questo accostamento suggerirà in tempi recenti un intreccio cinematografico che Walter Hill poi svilupperà. Ancora Wild Bill è una figura leggendaria, non sempre protagonista ma spesso usato come comprimario in molti film.

Nel 1953 abbiamo il film Pony Express di Jerry Hopper, un film mediocre ma in cui si narra una storia della Frontiera i cui protagonisti sono dei personaggi reali. Il Pony Express fu un servizio di posta famosissimo ma di breve durata soppiantato prima dalle diligenze e poi dalla ferrovia. Questo servizio aveva un’aura di leggenda, i cavalieri del Pony Express correvano armati di un’unica pistola per non avere più peso del necessario. Di questo servizio ne fecero parte sia Wild Bill che Buffalo Bill, ma solo Wild Bill ebbe il ruolo sostanziale. Il film però non resta nient’altro che un western mediocre. Nel cinema Wild Bill lo si trova quasi sempre come personaggio di contorno. Ne Il piccolo grande uomo Wild Bill è interpretato da Jeff Corey, ma il ritratto di questo personaggio è meno preciso di Custer che compare nello stesso film. Questo Wild Bill che affianca Jack Crabb nel periodo di “pistolero” e muore ammazzato secondo quanto ci viene tramandato dalla storia è una figura sopra le righe per risultare incisiva nel film.

Il miglior Wild Bill è sicuramente quello interpretato da Charles Bronson in Sfida a White Buffalo che è un weird western, in cui un Wild Bill stanco e malato rappresenta un’epopea al tramonto. La scena più toccante del film è il suo arrivo in una città sepolta dalle carcasse di bisonti uccisi. Significativo nel film è l’incontro con Cavallo Pazzo, i due sono avversari ma nello stesso tempo sono uniti nella lotta contro i banditi, i razziatori delle altre tribù e contro il grande bisonte albino che rappresenta l’anima del West. Girato tra innevati picchi, il film è un connubio tra il western e il fantastico, il film racconta l’ossessione di Wild Bill per un grande bisonte bianco assassino che lo perseguita nei suoi incubi. Anche Cavallo Pazzo è impegnato a cacciare la stessa creatura perché ha decimato la sua tribù e ucciso la sua bambina. Nonostante le differenze i due avversari si alleano per sconfiggere la creatura, solo il coraggio e il rispetto reciproco permetteranno alla coppia di eroi di raggiungere lo scopo e alla fine del film i due si scopriranno amici. Si tratta di un film originale e ben interpretato da due attori ben collaudati impreziosito dagli effetti speciali di Carlo Rambaldi che in quegli anni stava lavorando al remake di King Kong, il regista Jack Lee Thomson riesce comunque a coniugare l’atmosfera fantastica e onirica con i paesaggi e le situazioni tipiche dei film western. Come detto poc’anzi l’unico vero biopic dedicato a Wild Bill è stato realizzato da Walter Hill nel 1995 con Wild Bill del 1995 arrivato però in Italia solo in VHS tratto dal testo teatrale Father and Sons di Thomas Babe e dal romanzo Deadwood di Pete Dexter. Il personaggio di Wild Bill è sempre presentato con un tono crepuscolare ed è interpretato da Jeff Bridges, attorno a lui ruotano leggende con esagerazioni sulle sue imprese, i personaggi sono tragici testimoni del tramonto del West. Questa volta Calamity Jane ha il volto di Ellen Barkin mentre Buffalo Bill è interpretato da Keith Carradine.

Un’ultima digressione è la raffigurazione del personaggio nel fumetto di produzione italiana. Nella Storia del West, una epopea realizzata in 75 episodi Wild Bill è un comprimario presente però in moltissime avventure, nell’episodio di Ken Parker intitolato Il magnifico pistolero e anche in Tex Willer che indaga sulla sua morte in una storia lunga tre albi e nella serie Deadwood. Seppure labile rispetto a Jesse James e Buffalo Bill, Wild Bill è un eroe che ha lasciato il segno.

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Giovanni Di Silvestre

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