Questionario di Proust. Alain de Benoist: “Parigi e gli incontri con Henry de Montherlant”

Alain de Benoist

Monsieur Alain de Benoist, e se lei fossi… un monumento a Parigi?

“Il Palazzo di Chaillot”.

Una strada a Parigi?

“Rue Verneuil (nel 7° distretto), dove ho trascorso la mia infanzia e l’adolescenza, due dei negozi di antiquariato di Rue de Beaune e Gallimard, via Sébastien Bottin. Vivevo all’angolo di rue du Bac, di fronte al caffè frequentato abitualmente da Antoine Blondin. Nelle strade del quartiere incontrai spesso Gainsbourg e Henry de Montherlant (separatamente!)”.

Un evento nella storia di Parigi?

“La Comune del 1871, naturalmente”.

Un momento speciale per vivere a Parigi?

“Alla fine del diciannovesimo secolo”.

Un libro che evoca Parigi?

“I libri di Léo Malet”.

Un motivo per lasciare Parigi?

“Tutte le ragioni sono buone”.

Un motivo per tornarci?

“Scoprire nuovi motivi per partire e andar via”.

La ricerca intellettuale di Alain de Benoist

Per oltre trent’anni, Alain de Benoist ha perseguito metodicamente un’opera di analisi e riflessione nel campo delle idee. Scrittore, giornalista, saggista, docente, il filosofo Alain de Benoist ha pubblicato più di 50 libri e di oltre 3.000 articoli, ora tradotto in quindici lingue. I suoi campi di interesse sono la filosofia politica e la storia delle idee, ma è anche autore di molte opere tra cui archeologia, tradizioni popolari, storia delle religioni o scienze della vita. Qualsiasi modalità ideologiche, rifiutando ogni forma di intolleranza e di estremismo, Alain de Benoist non cresce nostalgia “restaurazionista”. Quando critica la modernità, non è nel nome di un passato idealizzato, ma riguarda principalmente questioni postmoderne.

@barbadilloit

Da ParisVox (traduzione m.d.f.)

Da ParisVox (traduzione m.d.f.) su Barbadillo.it

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