Il caso (di P. Buttafuoco). A Londra, i Braghettoni studiano la contabilità dei nudi per la “gender equality”

Tante patatine, tanti pisellini. La Royal Academy of Arts di Londra impone la gender equality. Nel nome della parità di genere, per la mostra Renaissance Nude (apre nel marzo 2019) ai nudi femminili dovranno corrispondere i nudi maschili.

L’incubo della correttezza ideologica risolve in catalogo il bivio proprio dei wc pubblici – maschi di qua, femmine di là – e però, in punto di filologia, sarà un problema far corrispondere ai puttini eventuali puttine: zero patatine, solo pisellini. Stesso imbarazzo con le crocifissioni cui non può darsi versione femminile, per non dire di ipotetiche San Sebastiane trafitte. Solo e soltanto gli occhi e il seno delle Santissime Lucia e Agata ma in fuori sincrono perché nel trionfo del Rinascimento – col ritorno alla sana paganitas – la procace Venere dormiente di Giorgione non collima con alcun fustacchione ignudo, fosse pure Zeus padre.

Per Tim Marlow, il direttore – entusiasta della sua stessa idea e compiaciuto di imbrigliare Tiziano, Raffaello e Michelangelo nell’onnipotenza del #MeToo – è un “esercizio molto interessante”. Non fu che un debutto, allora, la censura al Metropolitan Museum del Thérèse Dreaming di Balthus. Un anatema di flagrante pedofilia nientemeno. La prosecuzione dell’ammutandamento delle opere d’arte in altri integralismi, prosegue.

*Da Il Sole 24 Ore del 9 settembre

Pietrangelo Buttafuoco*

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