Lo strumento di Pan
La zampogna ha origini antichissime: i greci erano soliti suonare uno strumento a fiato molto simile, gli auloi, consacrati e suonati da Pan, dio delle selve e dei pascoli, e dai suoi accoliti. Secondo la leggenda, Pan incontrò per puro caso la ninfa Siringa, figlia del dio dei fiumi Ladone, e fu amore a prima vista. Per sfuggire alle avances del dio, la ninfa si recò nei pressi di uno stagno e, pregando gli dei, si trasformò in una canna. Un forte vento prese a soffiare e i giunchi, mossi, emettevano un canto lamentoso. Pan comprese che la sua amata si era trasformata in una verga e prese a tagliarne alcune, non sapendo quale fosse la ninfa. Ne tranciò sette di diversa lunghezza e le legò l’una accanto all’altra con un laccio, creando il famoso flauto di Pan o siringa, prendendo il nome dalla divina creatura. E’ probabile che da questo primitivo strumento musicale sia nata la zampogna, con l’aggiunta di un otre di pelle caprina o ovina per l’accumulo dell’aria.
Zampogne del Mezzogiorno
La tradizione degli zampognari è diffusa soprattutto nel Mezzogiorno e si differenzia di regione in regione e, addirittura, di paese in paese. La rintracciamo nel Lazio, in Molise, in Abruzzo, in Basilicata e nel resto del Sud Italia. Le zampogne variano per i toni, per i materiali e per la fattura e sono celebri quelle di Scapoli o di Castelnuovo al Volturno, in Molise, alle quali è dedicato un festival estivo. Ricordiamo anche le sorelle del Cilento, della Lucania e le palermitane, che utilizzano, a differenza delle altre, una doppia ancia.
Tu scendi dalle stelle
Quando inizia l’Avvento, gli zampognari percorrono le strade cittadine e dei paesi cantando le tradizionali canzoni di Natale, come Tu scendi dalle stelle di sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Vagano sempre in coppia e allietano i giorni in attesa che Dio, incarnatosi nel seno della Vergine Maria, nasca a Betlemme, chiedendo cibo e offerte in denaro. Nei presepi napoletani c’è sempre una coppia di zampognari, anche se sono assenti nei Vangeli canonici e in quelli apocrifi. Sono un elemento tradizionale del paesaggio natalizio e, senza di loro, almeno nel Mezzogiorno, non è più il solito Natale.