Libri. Sgalambro, Cioran, Fazio e La Regressione suicida a Carver 2017

salvatore massimo fazioManlio Sgalambro e il controverso Emil Cioran scalano il quindicesimo Contropremio letterario Carver nato a Roma nel 2003 e che in ultimo ha optato per Lucca come luogo di premiazione dell’edizione 2017. Ci arrivano grazie alla chirurgia filosofica di Salvatore Massimo Fazio che con la sua Regressione Suicida. Dell’Abbandono dell’abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro (Bonfirraro ed.) è giunto alla finale sezione saggi dopo aver superato una selezione fatta su oltre 7mila titoli. Il vincitore sarà proclamato l’11 novembre.

Perché la Regressione Suicida? La sinossi del libro getta il lettore immediatamente nel panico: «Può il terrore essere fonte salvifica contro le università? E può la sinéité, assenza o nulla intraducibile, far riprendere quota all’uomo che ha perso tutte le speranze? Questo libro, chiude la tetralogia della nuova tesi filosofica del nichilismo cognitivo, di cui Salvatore Massimo Fazio è fondatore. Una totale sconfitta ricavata dalla perdita di qualsivoglia valore. Una resa che nel paradosso faziano punta ad umiliare i guitti, che nel teatro della politica sociale sono riusciti ad ingannare qualunque padre di famiglia, facendosi garantire il voto di fedeltà per poi, ottenuti i propri successi, si sono rivoltati come disconoscitori della società».

Regressione Suicida.

E ancora: «Partendo dalla sinéité in Cioran e procedendo col terrore in Sgalambro, nelle pagine di questo libro, si effettua una seduta chirurgica, volta a sezionare la stupidità dell’uomo per ricompattarla, trasformandola in un’unica azione possibile: regredire nel concetto di suicidio. Si intenda bene, un suicidio che è una retroazione sino ad arrivare al momento della venuta al mondo, ripartendo con l’esperienza del ricordo, rammemorazione, per poi agire senza più altre riflessioni e scandalose umiliazioni subite: puntare alla coscienza, risvegliarla e spedire al diavolo chi osa governarci e insultarci. Ecco. Un omaggio, quello più alto, con il quale Fazio – partendo dal lirista Cioran e dall’empio (credente, per poter esserlo) Sgalambro –  senza alcuna tensione e non anarchicamente, rigetta il mondo: il luogo migliore per inetti peggiori».

Chi è quindi Salvatore Massimo Fazio? Bella domanda. Ecco cosa scrive di lui Alessandro Russo sull’autorevole blog Letteratitudine di Massimo Maugeri. «Di Fazio so che è uno degli autori più controversi del panorama contemporaneo, fondatore del nichilismo cognitivo e tra i cinque intellettuali che lo storico del cinema Sebastiano Gesù con Sebastiano Pennisi e Alfio Vecchio, ha voluto per il docufilm “I miei pensieri sono gli unici miei averi. La filosofia secondo Manlio Sgalambro”, proiettato all’ultima edizione del Festival del cinema di frontiera di Marzamemi. So pure che “Regressione suicida“, un’imperdibile discussione tra le istanze cognitive di Cioran e quelle pessimiste-nichiliste di Sgalambro, ha riscosso gli applausi di critica e pubblico perché crea un confronto tra due pezzi da novanta della filosofia contemporanea».

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Fernando M. Adonia

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