Storia. L’accaparramento delle terre comunitarie e l’inizio del brigantaggio

 

Quando il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia, il movimento risorgimentale poteva ritenersi soddisfatto dei risultati ottenuti. Tutta la Penisola era stata unificata, ad eccezione della Roma papalina, che sarà presa il 20 settembre 1870. Il Mezzogiorno, invece, subì le pesanti ripercussioni della campagna di conquista di Giuseppe Garibaldi. Alle prime fasi dell’occupazione piemontese, segnate da un’inevitabile confusione decisionale, seguirono anni di alta tensione sociale: la rivolta contadina e il brigantaggio impedivano un sereno processo di unificazione nazionale.

 

Briganti e terre comunitarie

Il brigantaggio è un fenomeno contraddittorio ed è per alcuni un tabù storiografico. E’ difficile, se non impossibile, riassumere le cause e le conseguenze di questo complesso evento storico in un articolo. E’ pero utile dare alcuni spunti di riflessione per comprendere al meglio e individualmente una ragione scatenante del brigantaggio nel Sud Italia: la soppressione delle proprietà comunitarie. Lo si può riscontrare soprattutto nelle aree più interne della Campania, del Molise o della Puglia, dove l’accaparramento indiscriminato di terre avvenne con più frequenza.

 

“Difendiamo la nostra terra”

Si è spesso affermato, alle volte generalizzando eccessivamente, che i contadini scelsero di combattere il governo unitario per difendere la loro terra, intendendo sia la loro proprietà sia la loro antica patria, il Regno di Napoli. Probabilmente le prime bande di briganti erano costituite da lealisti borbonici, fedeli ancora al vecchio regime. La maggior parte dei contadini imbracciò la vanga o il fucile per fini più immediati: la difesa dei terreni privati, delle proprietà collettive e del diritto di uso civico di boschi e lande. Era consuetudine che il signore feudale, l’abate o il vescovo permettessero ai sudditi e ai coloni di sfruttare liberamente terre e foreste per provvedere alla loro sopravvivenza. Il Regno di Napoli possedeva un vastissimo demanio collettivo. I giacobini, prima, e i risorgimentali napoletani, poi, intrisi di liberalismo, mal concepivano questo modo alternativo di possedere la terra. Dopo 1860 le proprietà collettive del Sud Italia furono ridimensionate per accaparramenti illeciti e per espropriazioni più o meno legali. Le promesse dei liberali vennero disattese e i braccianti non videro mai la ripartizione equa dei grandi latifondi: al contrario i vecchi e i nuovi proprietari terrieri divennero sempre più ricchi e influenti. I contadini furono ridotti alla fame e scelsero di imbracciare le armi per difendersi.

 

La storia del brigantaggio è legata inevitabilmente al patrimonio comunitario degli italiani. Boschi, terre, fiumi e laghi appartengono alla comunità, perchè le risorse naturali sono funzionali alla nostra sopravvivenza. Quando le popolazioni del Mezzogiorno, stremate dalla fame, si dettero alla guerriglia, lo fecero per fermare la predazione dei beni naturali. La storia, a riguardo, deve essere una preziosa maestra.

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Alfredo Incollingo

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