Esteri. Se ai liberal Usa rimane solo l’ignoranza talebana

DHcHTSmVYAEktIZ[1]Il generale Lee possedeva degli schiavi, non molti, ma nel corso della sua vita ne ha liberati alcuni. Washington ne aveva circa cinquecento e non ne ha mai liberato nessuno. Il primo però ha partecipato alla Guerra di Secessione dalla parte sbagliata, cioè quella di chi ha perso. Il secondo è un rispettato padre della Patria statunitense. Il generale Lee dopo la guerra ha fatto crescere una delle scuole più note del Paese e bene o male di lui non si è più detto granché di male. Fino ad oggi. Negli USA è infatti esplosa una furibonda campagna contro i simboli del sudismo, in virtù di una lotta antifascista immaginaria che è andata a riesumare episodi di storia americana ampiamente e comunemente storicizzati.

In Europa ci siamo abituati. I periodi controversi della storia patria non sono mai stati volutamente consegnati alla storia, per fornire all’area comunista e post comunista un orwelliano Goldstein da tirare fuori a comando, per cercare di legittimare le porcherie del presente. Dunque mentre i giovani non hanno lavoro e i cinquantenni lo perdono, la coscienza si lava ogni tanto tirando fuori una spiaggia fascista o un ristorante con la faccia del Duce, per occupare le colonne dei giornali.

Statua di Buddha prima e dopo il passaggio dei talebani

Negli Stati Uniti invece è in corso un salto di qualità, ciò che sta accadendo non ha precedenti. La strategia orwelliana, forse un po’ sorosiana, per mettere in difficoltà il presidente Trump e cercare di balcanizzare il paese dividendolo fra buoni e cattivi, sembra partita a orologeria. Personaggi come il generale Lee, patrimonio della cultura popolare e, grazie a libri e film, figure iconiche per tutto il mondo, sono sacrificati per via di una furia iconoclasta assurda, paragonabile ai roghi dei libri, alla distruzione delle chiese, al bombardamento dei Buddha da parte dei talebani. Le amministrazioni stanno rimuovendo nottetempo decine di statue, come dei ladri, per non farsi vedere dalla popolazione.

Eppure l’epopea confederata non è mai stata, per fare un esempio, alla stregua della RSI in Italia. I simboli sudisti erano e sono perfettamente mainstream. Ve lo ricordate il Generale Lee, la macchina dei cugini Duke in Hazard, con un enorme bandiera sudista sul tettuccio? Ora è davvero tutto finito? Basta uno schiocco di dita da parte dei padroni dei media per cancellare la cultura di un popolo?

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Francesco Filipazzi

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