Il nodo politico della codificazione dell’ordinamento giuslavorista è uno dei passaggi che identifica il livello di civiltà di un popolo. Rino Formica, ex ministro socialista dallo sguardo lungo, ha più volte evidenziato come una “repubblica fondata sul lavoro” stia per diventare “una colonia” che risponde ai diktat di grigi burocrati del Moloch europeo. E questo passaggio non è stato avallato da nessun voto popolare. Quale popolo sovrano voterebbe una riduzione dei propri diritti nel mondo del lavoro? La risposta è ovvia. Per questo proseguirà ancora l’opera di anestetizzazione dei cittadini, a cui sarà concesso l’oppio della sterile indignazione per marachelle, abiette ma alla fine di poco conto, di politici di terz’ordine. Tutti spieranno dalla serratura per conoscere i retroscena della Bosseide o della Vendoleide, in pochi andranno a legge e studiare le bozze “esterofile” della riforma del lavoro imminente, imposta dall’esecutivo tecnocratico guidato dal barone Monti.