Aeronautica. Nose art ieri e oggi tra gatti neri, sorci verdi ed esotiche pin-up

Un esempio di nose art (da YouTube)
Donne e lamiere. Un esempio di nose art (da YouTube)

Si chiama nose art, letteralmente “arte da naso” degli aerei sui quali, generalmente, compaiono strani disegni, talvolta inferociti diavoli, altre eleganti ed erotiche pin up. Si tratta, spesso, dei simboli dei reparti o, in altri casi, trovate di singoli equipaggi che caratterizzano il volo militare, mondo che neanche coloro i quali sono abituati a scriverne abitualmente sanno a pieno comprendere. Infatti, malgrado la “giovane” età, le aeronautiche mondiali conservano gelosamente tradizioni che neanche forze armate più antiche hanno…

Fra le due guerre L’uso di dipingere carlinghe e fusoliere nasce durante la Grande Guerra; storico, a questo proposito, il Circo Volante del Barone Rosso i cui aerei colorati erano uno spettacolo che da terra si godevano i soldati di ambo i fronti, meno spettacolare invece affrontarli: mai farsi ingannare dal gusto border line di dipingere le fusoliere, perché gli uomini di von Richtofen sono provetti piloti e temibili avversari!

I piloti italiani iniziano presto a dedicarsi a forme di nose art made in Italy. I più “curiosi”, sotto il profilo grafico, sono probabilmente gli stemmi della Guerra di Spagna, ad esempio Cucaracha e Asso di Bastoni; singolari quelli al centro di rivalità fra militari di specialità diverse, come il gatto nero del 51° Stormo che ghermisce tre topi, questi ultimi simbolo della Squadriglia Bombardamento Sorci Verdi che, secondo la tradizione aeronautica, è battuta nel corso di un war game nel 1939.

Seconda Guerra Mondiale E’ con l’apertura dei due fronti, Pacifico ed Europeo e l’ingresso nel conflitto degli USA che la nose art assume quella popolarità che cinema e cartoons hanno contribuito a trasformare in icona. Alla simbologia classica delle squadriglie, si aggiungono infatti provocanti pin up in abiti succinti e guepiere in bella vista; gioia per gli occhi insomma oppure no, solo una semplice “americanata” come ricorda Giulio Lazzati in Ali nella tragedia (Mursia, 1970), parlando della signorina dipinta sul grande B17 che, sbagliando rotta, anziché raggiungere la Svizzera per disertare atterra in un aeroporto dell’ANR.

L’ “arte da fusoliera” conosce un picco nella Seconda Guerra Mondiale e un declino nella Guerra fredda, tornando poi in voga con Desert Storm e con la seconda campagna irachena. Internet e un generale ritorno di fiamma del vintage hanno permesso al grande pubblico di “approfondire” la conoscenza delle signorine volanti, celebrate da tatuatori, autori pubblicitari e artisti come Romain Hugault e Laurent Negroni che con i tomi di Pin up wings (Paquet, 2013) propongono un eccitante viaggio nella storia del volo e dell’eros, capace di fondere sensualità a ricerca del dettaglio nella raffigurazione della moda dell’epoca e della struttura dei caccia e dei bombardieri sui quali le pin up, sensualmente, posano quasi a prendere vita dalla vernice.

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