Il caso. Se il Nobel per la letteratura a Bob Dylan fa infuriare pure Irvine Welsh

Irvine Welsh
Irvine Welsh

Nel giorno della scomparsa dell’ultimo nobel italiano per la letteratura, Dario Fo, il premio è stato  assegnato al cantante statunintense Bob Dylan, con un curioso passaggio della fiaccola perchè era stato proprio il drammaturgo italiano ad augurarsi, nell’anno della propria vittoria, quella del cantante americano.

Che è invece giunta con quasi una ventina d’anni di ritardo.

Dylan, oggi settantenne, ha ricevuto a sua insaputa il riconoscimento più importante e più cospicuo offerto dall’Accamedia di Stoccolma, diventando il primo cantautore premiato. Come già anticipato, la candidatura di Dylan era già stata presentata ben vent’anni fa dal professor Gordon Ball, docente di letteratura dell’Università della Virginia e caldeggiata da Allen Ginsberg, uno dei maggiori poeti della beat-generation.

Dylan era già stato premiato con premi letterari, come il Pulitzer alla carriera, e sicuramente le sue canzoni sono all’altezza della buona poesia; in più la motivazione per la scelta di Dylan fornita dalla commissione dell’Accademia -“ha creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana “- mette in luce anche il ruolo che il cantautore ha avuto nell’iniziare e rappresentare un’epoca.

Tuttavia rimane ad alcuni il dubbio che più che un premio immeritato, come sicuramente non è, dato lo spessore del cantante, questo sia un premio che tradisce il principio stesso del nobel per la letteratura. Sarebbe stato assegnato più giustamente ad altri, questi sì, grandi scrittori, come Roth o Don Delillo, fino a ieri tra i favoriti.

Una polemica che, nei principi, non si discosta molto da quella sollevata nell’anno passato per la vittoria di Svetlana Alexievich, scrittrice di non-fiction.

Di contro, c’è chi festeggia come un successo la vittoria di un cantante e celebra questa nuova apertura dell’Accademia.

Sara Danius, segretaria permanente dell’accademia svedese, si è premurata di giustificare la scelta,  auspicandosi l’assenza di polemiche e aggiungendo che fin dalle sue più antiche origini, la letteratura  si fonde con la musica, come avveniva in Omero e Saffo.

Sembra quindi che la commissione voglia ribadire il valore letterario del premio, pur cercando, come mostrano le scelte degli ultimi anni, di ampliare il significato stesso di letteratura, con buona pace dello scrittore scozzese Irvine Welsh che su twitter s’infuria consigliando di andare a controllare sul vocabolario il significato della parola “letteratura”.

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Silvia Lamacchia

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