Cultura. Perché ci mancherà Tommaso Labranca (studioso pop e biografo di Taricone)

Tommaso Labranca
Tommaso Labranca

Lo scrittore Tommaso Labranca è morto lunedì notte di infarto a Pantigliate, il paese vicino a Milano dove abitava, ma da alcuni anni passava molto tempo in Svizzera, nel Canton Ticino. E’ stato un intellettuale fuori dagli schemi, capace di elaborare una fenomenologia del trash, di nobilitare la cultura popolare, di posizionarsi fuori dagli snobismi delle parrocchie culturali italiane. Era diventato famoso alla metà degli anni Novanta con i libri Andy Warhol era un coatto e Estasi del pecoreccio. Perché non possiamo non dirci brianzoli pubblicati da Castelvecchi nel 1994 e 1995.

La definizione di trash

Definiva  il trash come «emulazione fallita di un modello “alto”»: “da Bobby Solo come imitazione fallita di Elvis Presley alle ragazze vestite come Madonna ai presentatori delle tv locali che scimmiottavano Pippo Baudo fino ai ragazzini che, oggi, si fanno tagliare i capelli come i calciatori”, scrive il Post.

Era stato animatore dei Cannibali a metà anni novanta, insieme a Aldo Nove, Isabella Santacroce, Niccolò Ammaniti e al cantante Garbo, Labranca fondò la corrente del Nevroromanticismo poi evaporata. Labranca  fu tra gli autori di Anima mia, il programma condotto da Fabio Fazio e Claudio Baglioni,  straordinario successo televisivo che rileggeva gli ani settanta senza il buio del piombo.

“Nel 1998 Stile libero pubblica Chaltron Hescon. Fenomenologia del cialtronismo contemporaneo in cui Labranca teorizza, a partire dalla scuola di Francoforte, l’impossibilità di comprendere la contemporaneità senza studiare i materiali culturali tralasciati, dalla musica pop alle villette in Brianza – il cosiddetto “barocco brianzolo” – fino, appunto, alla televisione. Nello stesso anno Labranca collabora sempre con Fazio al programma Serenate, in cui le persone da casa dedicavano una canzone che veniva eseguita dal vivo in studio da chi l’aveva portata al successo”.

Scrisse biografie di Renato Zero a Pietro Taricone, Freddy Mercury, Michael Jackson, Jimi Hendrix, John Lennon, i Coldplay, lavori sempre interessanti perché scandagliavano la fenomenologia di un personaggio pop.

Per mantenersi traduceva dal tedesco manuali tecnici industriali.

La stroncatura di “andiamo a comandare”

L’ultimo articolo – uscirà sulla rivista Linus – è una riflessione sulla scomparsa delle canzoni per l’estate e dell’estate in generale, con una stroncatura del tormentone di Fabio Ravazzi.

“Nato e vissuto in una città come Milano, avevo messo a punto negli anni una sensibilità olfattiva che mi permetteva di distinguere, tra gli scarichi di marmitte non ancora catalitiche, il profumo della frutta estiva esposta sui banchi al mercato”.

“In questo preciso istante, mentre scrivo e mentre leggete, una ragazza o un ragazzo sta legando un’immagine, una sensazione, una madeleine dell’estate 2016 alla voce effettata di Fabio Rovazzi, l’autore della canzone “Andiamo a comandare”.”

“Scorrendo il video, colpisce come il brano più ascoltato nell’estate del 2016 non abbia nulla di estivo”.

“Provo davvero una pena sincera per queste generazioni che non hanno mai conosciuto quell’estate fatta di tre mesi di vacanze, una stagione così lunga che alla fine non ne potevi più. Sono le generazioni senza settembre. Settembre è un mese ucciso dalle riforme scolastiche, quelle che hanno anticipato l’inizio delle lezioni, inibendo così nei più giovani il gusto languido del declino, del crepuscolo che si trasforma in attesa di una nuova stagione”.

Ci mancherà.

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Eric Cantona

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