Libri. ” I Cavalieri del Nord”: il fantasy realistico di Matteo Strukul

matteo-strukul-i-cavalieri-del-nordSalvato, ancora bambino, in una notte di luna e lupi, Wolf è diventato un giovane cavaliere Teutone. Cresciuto sotto la guida di Kaspar von Feuchtwangen, suo mentore e maestro, il ragazzo intraprende insieme ad altri settanta cavalieri crociati, un lungo viaggio dalla Russia alla Transilvania per raggiungere e difendere il castello di Dietrichstein, ultimo avamposto della fede cristiana in una terra ormai in preda a orde di barbari e diaboliche forze oscure. Lungo la via, fra terre addormentate in un inverno infinito, Wolf incontra Kira, che tutti credono una strega, ma che in realtà nasconde una storia di ribellione e violenza nei bellissimi occhi color temporale. La sua è una presenza che getta scompiglio nella schiera Teutone, poco avvezza alla presenza femminile, e che reagisce con sospetto e rabbia, ritenendo la donna responsabile delle molte sventure che costellano il lungo viaggio. Ma niente è come sembra nell’Europa del 1240. Fra magia e religione, passioni e tradimenti, Wolf conoscerà se stesso attraverso il sacrificio e il coraggio fino ad affrontare una terribile guerriera che si fa chiamare La Madre dei Morti, un diabolico negromante e un re senza corona, mentre l’amore per Kira martella il cuore aprendo ferite: perché Wolf è un cavaliere dell’Ordine e la Regola proibisce di amare una donna, soprattutto quando è una creatura irresistibile. A meno che…

I Cavalieri del Nord di Meteo Strukul è un romanzo fantasy, edito da Multiplayer Edizioni, che ben s’inserisce nel solco tracciato da autori d’Oltremanica come Joe Abercrombie, un solco fatto di fuoco, sangue e acciaio. Il tratto “gore” dell’opera, come pure l’abbondanza di scene d’azione, danno la cifra stilistica di questo autore che predilige il genere storico, considerando la notevole cura con cui cerca di dare uno sfondo realistico a una vicenda fantastica. Il romanzo in esame è dunque un esempio di fantasy con ambientazione realistica, nel senso che i fatti raccontati vengono immaginati in aree ben definite e note sia sul versante geografico, che su quello storico. Gli eserciti in campo: i Teutoni crociati in marcia per la Transilvania e i loro nemici, non sono creature favolose, ma figure realmente esistite, carne e sangue d’un’epoca. E qui s’intravede un primo punto di rottura con la fantasy classica, quella alla Tolkien per intenderci. In effetti il mondo in cui si muovono le creature immaginifiche della tradizione letteraria di riferimento di rado è ricollegabile, se non indirettamente, alla realtà (seppur antica di secoli), preferendo questo tipo di narrazione gli spazi del fantastico, o per usare il verbo del professore oxoniano, quelli della “Terra di Mezzo”.
Ma Strukul appartiene a una nuova generazione d’autori fantasy, quella di George R.R. Martin, Mark Lawrence, e il già citato Joe Abercrombie, autori che s’interessano di storie piuttosto truculente, in cui l’elemento splatter è spesso presente e mai disdegnato, ove altri in passato lo evitavano con cura. Non basta: la brutalità dell’azione e la profusione di dettagli bellici imperano, costruendo scene di lotta quanto mai realistiche in cui pare d’essere, costantemente, a due passi dall’oscura signora. Un secondo importante elemento di discontinuità colla fantasy tradizionale, risiede, come già accennato, nella scarsa presenza dell’elemento magico (low fantay), che invece risulta essenziale nei lavori improntati secondo il modello della tradizione fantastica europea e americana, senza dimenticare gli antesignani del genere appartenenti ad altre culture, di non minor importanza nel costrutto storico del genere.
In ciò si può ravvisare un carattere di atipicità, ossia una sorta di deminutio fantastica, che potrebbe portare qualche osservatore, particolarmente attento, a dubitare dell’ortodossia di questo romanzo, come pure – a onor del vero -, di altri ad esso vicini per gusto e carattere estetico. In altre parole, queste opere sono ancora dei veri fantasy, o non si tratta piuttosto di romanzi storici arricchiti con qualche suggestione d’origine soprannaturale? Non parteggiando per l’ortodossia del genere, come pure per l’eterodossia a oltranza di certe correnti preferiamo, per ora, sospendere il giudizio. Solo ci pare che anche in un sottogenere spurio come la fantasy eroica di scuola americana, l’elemento stregonesco – si parla, infatti, di sword and sorcery – risulti cruciale. In definitiva l’opera di Strukul, a nostro avviso (e in modo quasi paradossale), si configura come un fantasy realistico, in cui il fattore storico prevale su quello fantastico.
Dopo questa disamina stilistica ed estetica del romanzo, ci corre l’obbligo di sottolineare la bontà del lavoro dello scrittore padovano. La trama appare interessante, mai scontata e in generale ben congeniata, con un corretto equilibrio interno a livello sia di micro che di macrostruttura. I personaggi sono ben delineati sia dal punto di vista fisico che psicologico. Le scene, specie quelle di battaglia, sono ben ricostruite e ricche – fin troppo – di particolari. Il registro narrativo è moderno e risente dell’attività di sceneggiatore di fumetti dell’autore. Infatti la narrazione si dipana più per immagini, che attraverso le suggestioni indotte dalle parole. Questo in se potrebbe essere considerato un pregio, se non fosse che Strukul tende ad eccedere con piglio baroccheggiante, tratteggiando, con pennellate a tinte forti, delle scene pregne di immagini fin troppo vivide. Ne discende una caratterizzazione esasperata di tipo filmico in cui vien detto molto, fino all’eccesso, sopraffacendo, in taluni casi, la capacità immaginativa del lettore. Ma ciò prova anche la notevole abilità di narratore dell’autore che si conferma un buon costruttore di storie efficaci intrise (come evidenziato) di virtuosismo narrativo. Però questi sono dettagli, piccoli nei, se così li si può definire, nel quadro d’un lavoro rimarchevole in cui gli aspetti positivi risultano ampiamente predominanti. Perciò se vi piacciono i romanzi di tipo storico/fantastico, amate l’azione, gli scontri all’ultimo sangue, e non vi prendete pena per la presenza a volte un po’ ingombrante dell’autore e del suo stile icastico, dovreste proprio leggervi I cavalieri del Nord. Se poi siete solo in cerca d’una bella storia con cui passare qualche ora a fantasticare, sappiate che il libro è piuttosto coinvolgente e che quindi non avrete di che pentirvi.

*I Cavalieri del Nord di Meteo Strukul (pp.456, euro 16,90, Multiplayer Edizioni)

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Max Gobbo

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