La speculazione politica del tedesco ruota essenzialmente intorno al concetto di «ambiente geografico» (Erdgebundenheit), in altre parole, le fondamenta geografiche della storia! Difatti, solo ottenendo un giusto equilibrio geografico è possibile arrivare alla auspicata, per Haushofer, costituzione delle «pan-regioni» o «pan-idee»: qui si coglie lo spessore del suo ragionamento, dove la geografia si tramuta anche in filosofia. Le cosiddette pan-idee altro non sono che le macroregioni in cui andrebbe diviso il mondo per coerenza culturale, etnica e morale. La prima, e forse unica, pan-idea si concretizzò col regno di Alessandro Magno. Per il resto, Haushofer individua solo una serie interminabile di conflitti – perciò di squilibri – nella storia dell’Umanità, culminati nell’epoca moderna con l’eterno scontro tra «talassocrazie» e «tellurocrazie».
Un pensatore più che mai attuale è Haushofer. Egli, ad esempio, già a suo tempo palesò un certo timore nei confronti dell’eurasiatismo – in quegli anni incarnato dal Regime Sovietico – verso il quale oggi invece molti di quelli che si oppongono all’imperialismo americano rivolgono lo sguardo con speranza: «L’Eurasia va, dunque, compresa nella sua “natura geopolitica”, anche perché, prima o dopo, la sua realtà irromperà nella nostra vita, da nuove impensabili porte».
Un libro che ci deve far riflettere, oppressi come siamo da una classe politica europea di tecnocrati dalle intenzioni ben poco cristalline e con la bocca piena di scialbe analisi sulla globalizzazione. Infatti, il politologo tedesco già nel ’31 aveva compreso come una visione di governo dovesse imprescindibilmente avere alla sua base una sua etica: «[…] insomma, vi è grande differenza se una pan-idea viene propugnata da un profeta o da un illusionista» (da il Borghese).
*Geopolitica delle pan-idee di Karl Haushofer, Edizioni de il Borghese, euro 16