Per fortuna, di tanto in tanto qualcosa sembra infrangere questa paralisi. È il caso del «metateismo», fondato dall’artista Davide Foschi e la cui diffusione è sintomo del risveglio in questo nostro disgraziato tempo di un afflato differente. Artisti, letterati e imprenditori di estrazione assai eterogenea si stanno progressivamente avvicinando a questo movimento, che proclama la necessità di educare attraverso il Bello e di riscoprire il Sacro – non rifondare, ché il Sacro non scompare mai – per il tramite dell’arte moderna. Sì, perché l’arte di Foschi non si pasce di provocazioni, né si esaurisce in sterili critiche del presente o psicologismi, ma ha il coraggio di riaffermare la superiorità della categoria del Bello (e dunque del Sacro) su quella del Vero, l’estetica sulla teoretica, facendosi anello di una catena che passa da Kant e Nietzsche, la cui interruzione ha sancito l’ingresso nel nichilismo di una modernità che educa al brutto, facendolo passare per categoria estetica.
Lungo il percorso, infatti, dal sotterraneo alla sala principale – catabasi e anabasi – una serie di candele d’arte numerate e firmate dall’artista sprigioneranno un’essenza creata per l’occasione dall’azienda specializzata in profumeria artistica Niche and Co., prodotta in edizione limitata all’interno della linea Onyrico dedicata al genio italiano e presentata in anteprima a Milano a Spazio Tadini.
Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che ritengono che mito e simbolo non siano mere sovrastrutture ma realtà con cui è necessario continuamente dialogare, al fine di abitare il proprio tempo in maniera più consapevole e responsabile.