Arti. Addio al “Banksy russo” Pasha 183, writer anticonformista. Il ricordo di Nicolai Lilin

183Cari amici,
vorrei ricordare un geniale artista che ci ha lasciati, un giovane writer russo che con la forza del suo spirito sfidava i mali della società moderna, facendo a pezzi concetti come dittatura, guerra, consumismo, indifferenza, individualismo forzato. Mi sono sempre piaciuti molto i suoi lavori, ricchi di quel significato che può cogliere solo chi è nato nel periodo di frattura, negli anni Ottanta, la generazione dei disperati, educati nel sistema scolastico e sociale ancora sovietico e buttati senza pietà nel vortice del consumismo capitalista formatosi dopo il crollo dell’URSS.

Peccato che la morte spesso si dimostra poco coerente con la logica: avrei preferito che fossero morti i vecchi politicanti corrotti e assetati di potere o i bancari impazziti dalla febbre d’oro, piuttosto che un giovane artista. O forse una logica c’è, esiste un disegno più grande che io non comprendo? Forse lui se ne è andato perché soffriva troppo in questo mondo? Forse la morte per lui è stata una liberazione, un passaggio verso un’altra dimensione? Non lo so come va in questi casi, dove vanno le anime, se sono in paradiso, all’inferno, se si dissolvono in un oceano di spiriti, diventano parte dell’energia vitale dell’universo, dell’assoluto che rende reale tutto quello che siamo.

Vorrei solo pensare che lì dove ti trovi ora, caro Pasha, hai uno spazio sterminato davanti a te, uno spazio fatto di strade, ponti, torri e muri su cui esprimerti. Spazi che potrai riempire all’infinito con le tue idee, visioni, esperienze, con tutta tua arte.

www.183art.ru/

* dalla pagina Facebook di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin

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