Bicentenario. Waterloo 1815, rievocazioni e mostre per la riscoperta della storia militare.

Waterloo
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Gli italiani dicono, “È una Caporetto!” I francesi, “C’est un Waterloo!” Ci sono tanti giochi elettronici dedicati alla famosa battaglia napoleonica. Ora c’è pure la più grande ricostruzione dell’evento bellico del 18 giugno 1815. Nei giorni del 19 e 20 giugno, a pochi chilometri da  Bruxelles, quasi seimila comparse saranno i lancieri del maresciallo Ney, imiteranno i ‘quadrati militari’ del leggendario ‘duca di ferro’ Wellington. Poi sarà possibile osservare un attore a cavallo che, come Napoleone, dichiarerà, “Questa sera avremo nelle nostre mani duecento cannoni  prussiani.” Era il 16 giugno 1815. Due giorni dopo, la Storia presentò il conto a Napoleone.

Per la battaglia di Waterloo, la National Army Museum ha creato un evento completo. Ecco il sito waterloo2015.org. Ecco la mostra, “Nàpoleon-Wellington: Destins croisès” per ricordare due uomini di guerra. Poi “Juin 1815. Napoleon à Charleroi” per raccontare ancora una volta il mito di un sovrano imperiale creato da una rivoluzione popolare. Attira molto la varietà di questa ricostruzione storica. Così è possibile rivivere la storia attraverso scene belliche di dimensioni uniche, scene che, nella campagna di Bruxelles, visualizzeranno le storiche manovre dell’esercito inglese, francese e prussiano.

In questo senso e in un clima libero da ogni tipo di retorica, in Italia, sarebbe interessante ricostruire le battaglie risorgimentali o la battaglia del Piave del 1917. I francesi sanno certamente celebrare la propria nazione. Invece, gli italiani, quando lo fanno, richiamano le memorie, che sconvolsero e mutarono la società, sempre con l’obbligo di non infastidire questo o quello.  Ma, peraltro motivo, va espresso un plauso all’ Esercito Italiano, alla sua organizzazione che, nei mesi scorsi, ha attivato un progetto di dimensioni nazionali, cioè ‘L’esercito marciava’, al fine di confrontare il paese con le sue vicende militari durante la Prima guerra mondiale.

In  questi giorni, ci raggiunge la rievocazione di Waterloo per commemorare scene di corazzieri francesi a cavallo che facevano tremare la terra gridando,“Vive l’Empereur!” I cronisti del tempo scrissero che la cavalleria imperiale era uno spettacolo impressionante a Waterloo. Dopo la sconfitta francese del 1815, l’Europa fu diversa, mentre la storia delle patrie europee era già febbrilmente in atto.

Waterloo è un passato europeo. Nelle scuole, purtroppo, non viene insegnata adeguatamente la storia di questi eventi militari. I manuali scolastici presentano altre centralità tematiche, purtroppo. E per fare un esempio, nei libri di storia dovrebbero assumere maggiore visibilità l’analisi dei piani di battaglia a Waterloo, la decifrazione del blitzkrieg tedesco nel 1940, le mosse tattiche di Annibale a Canne nel 216 a.c.. Si può scrivere che le lezioni di storia perdono sempre più le memorie militari, le strategie dei comandanti, quindi le vicende di un paese. In generale, la rievocazione del 18 giugno 1815 apre il confronto sull’insegnamento della storia oggi. Pertanto, su una lavagna di scuola, la mappa tattica di Waterloo – con la carica del principe di Ney, con le mosse del maresciallo de Grouchy –  sarebbe il principio di una lezione molto attraente, meno ideologica, più vera.

Renato de Robertis

Renato de Robertis su Barbadillo.it

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