LaStoria. L’asilo di via Gagliaudo a Alessandria e la strage degli innocenti

Bombardamento via Gagliaudo (2)Il 5 aprile 1945 un bombardamento su Alessandria fece 160 morti, tra i quali 40 bambini dell’asilo infantile “Maria Ausiliatrice” di via Gagliaudo.

Erode e la strage degli innocenti. Ma questa volta il volto dell’assassino non ha le sembianze del re della Giudea, ma si identifica nelle carlinghe degli aerei bombardieri. La morte giunge dall’alto. Non solo Dresda e Gorla, ma anche Alessandria. E tantissime altre città della Germania e dell’Italia.

Il 5 aprile del 1945 a Seconda guerra mondiale praticamente finita, gli angloamericani effettuarono un nuovo bombardamento sulla città piemontese nell’intento di sbarrare la strada ai tedeschi in ritirata, che cercavano di raggiungere Valenza per guadare il Po.

Il bilancio di morti fu pesantissimo: 160, quasi tutti civili e tra essi quaranta, tra bambini e suore dell’asilo di via Gagliaudo (vicino al Duomo), oltre mille vani distrutti o resi inabitabili, oltre seicento feriti.

Il dolore e la rabbia della gente per questo atto di barbarie totalmente ingiustificato fiaccò ulteriormente il morale della popolazione che era solo in attesa della fine delle ostilità.

Nonostante questo atto brutale e “vigliacco” la città non venne risparmiata e fu ancora oggetto di mitragliamenti a bassa quota fino al 29 aprile, giorno della resa di Caserta.

Quello strategico fu una strategia militare di bombardamento aereo, genericamente contrapposto a bombardamento tattico, che prevedeva l’impiego di bombardieri a lungo raggio d’azione per sganciare grandi quantità di ordigni esplosivi, incendiari o nucleari su parti del territorio nemico molto dietro la linea del fronte, per minarne il morale, il sistema produttivo o le infrastrutture. Dare una definizione di bombardamento strategico non è semplicissimo. Stando alla definizione dei suoi ideatori (ovvero lo stato maggiore dell’Aviazione inglese) esso “è un mezzo di attacco diretto contro lo stato nemico, con l’obiettivo di privarlo dei mezzi o della volontà di continuare la guerra. Esso può essere lo strumento che di per sé assicura la vittoria, ovvero il mezzo mediante il quale la vittoria può essere conseguita da altre forze. Esso si distingue da tutti i tipi convenzionali di attacco armato in quanto a differenza degli altri può colpire in modo immediato, diretto e distruttivo il cuore stesso del nemico; pertanto la sua sfera di attività si estende non solo al di sopra, ma anche al di là di quella degli eserciti o delle marine da guerra”.

Tuttavia è importante sottolineare la distinzione tra bombardamento strategico e bombardamento a tappeto, che a volte vengono confusi o addirittura usati come sinonimi. La designazione di bombardamento strategico indica un’azione aerea mirata a obiettivi di importanza strategica (quali fabbriche, raffinerie, nodi ferroviari, ponti, ecc.) situati lontano dalla linea del fronte (indica quindi il tipo di obiettivo dell’azione).

La definizione di bombardamento a tappeto indica invece un tipo di azione in cui una vasta area viene presa indiscriminatamente di mira con l’obiettivo di raderla al suolo (l’espressione indica quindi prevalentemente una tecnica di bombardamento).

Il bombardamento strategico può essere o non essere a tappeto, mentre il bombardamento a tappeto in pratica è sempre strategico. Quando il fine principale dell’azione è quello di fiaccare il morale della popolazione civile colpendola direttamente si parla poi di bombardamento terroristico.

Al contrario della maggior parte delle azioni militari, il suo obiettivo non è distruggere le forze nemiche terrestri, marine o aeree, bensì danneggiare la capacità di produzione industriale del nemico, e far venire meno la sua volontà di combattere: per quest’ultimo motivo è stato spesso deliberatamente rivolto contro le popolazioni civili, venendo definito, in questo caso, bombardamento terroristico.

I bombardamenti sui civili in Italia sono stati numerosissimi e cominciarono sin dal 12 giugno 1940 quando l’Asse non aveva ancora effettuato nessun bombardamento sulle città. Furono quindi le “democratiche” Inghilterra e Stati Uniti a prendere di mira i civili e non il “mostro” italo-tedesco .

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La guerra è certamente guerra, ma quella che continuiamo a leggere sui libri di storia scolastici è scritta dai vincitori. Non dimentichiamolo.

Dopo un primo bombardamento il 14 giugno del 1940 – dodici morti in una cascina di Litta Parodi -, Alessandria fece per anni da spettatrice ai raid che si susseguivano su Milano, Torino e Genova. Fino alla drammatica domenica dell’Ascensione del ’44 quando al mattino fu investito dalle bombe il rione Cristo e nella notte edifici come il Teatro Municipale e il Duomo. Altro episodio mai dimenticato il 5 settembre, con i 39 morti nel rifugio sotto la Cittadella. Infine il 5 aprile del ’45, a guerra di fatto conclusa, l’inutile massacro che distrusse anche l’asilo di via Gagliaudo.

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Mario Bocchio

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